OCPG incontra Daniele Furlati
Daniele Furlati. Enfant prodige del pianoforte e ora affermato compositore di colonne sonore. Un narratore della musica, attento studioso della melodia nella settima arte.
Rivolgendosi all'uditorio dell'aula 6 della facoltà di Lingue e letterature straniere, Furlati spiega quanto sia difficile comporre una melodia, quanto sia complesso per un musicista comprendere le intenzioni del regista, entrando in piena empatia con il suo mondo su pellicola. Il resto è improvvisazione. Come quella che il musicista concede all'uditorio salernitano nella sua esecuzione dal vivo di "The Unchanging Sea" ("Il mare immutabile" film di David Wark Griffith). E l'aula 6 si trasforma subito in un piccolo cinema dei primi anni del secolo scorso, dove le note scandivano il tempo e la musica del piano seguiva il ritmo, ricalcando ed enfatizzando quando necessario.
"Il tempo drammaturgico è assolutamente personale" - ha chiarito Furlati - "per quanto importanti anche delle colonne sonore si può fare a meno". Appassionato alla musica applicata, ha composto musiche per cinema, teatro e da camera. Da tutte queste esperienze, e soprattutto dal filtraggio di esse, ha saputo creare un proprio percorso artistico personale, che racchiude tutto il vissuto suonato in presa diretta.