Focus Group: Una PA per la Crescita
Il 18 febbraio 2016 alla Direzione Generale 11 - UOD 03 Politiche Giovanili di Napoli si è svolto il Focus group "Una PA per la crescita" organizzato dal Formez PA nell'ambito delle attività di assistenza tecnica al POAT "Per la Gioventù 2013-2015".
Hanno partecipato alla giornata la dott.ssa Angela Casaletto, rappresentante della Segreteria dell'Assessore Serena Angioli per le Politiche Giovanili, il dirigente dell'UOD Politiche Giovanili dott. Gaspare Natale, la dott.ssa Giusy Calandra del Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale, moderati dal dott. Giuseppe Raffa del Formez PA. È intervenuto inoltre il dott. Giuseppe Morello, responsabile della segreteria dell'Assessorato, nonché gli Osservatori regionali sui giovani dell'Università di Salerno (OCPG) e di Napoli, rispettivamente rappresentati dalla prof.ssa Stefania Leone e dal prof. Giancarlo Ragozini.
Il Focus Group ha coinvolto una rappresentanza delle 153 associazioni, cooperative e ATS che stanno svolgendo attività in Campania attraverso il finanziamento del Programma "Giovani no Profit". Hanno raccontato la propria esperienza l'associazione Quartieri Spagnoli, la cooperativa sociale Terzo Millennio, la Fondazione Valenzi, l'associazione I Teatrini, l'associazione Agorà Arte, l'associazione culturale Officine Efesti, la cooperativa sociale TMA, l'associazione Cavalon e la cooperativa sociale Mercurio d'oro.
Obiettivo del Focus Group è stato approfondire due tematiche centrali: l'attivazione di reti territoriali formali e informali tra pubblico e privato per attivare servizi e rispondere ai bisogni della collettività e il ruolo dell'animazione socio-educativa e degli youth workers.
- La prima domanda rivolta ai partecipanti al Focus Group è stata:
Nell'ambito dell'attività PAC che svolgete sul territorio, è possibile ipotizzare la costituzione, anche informale, di una rete di soggetti potenzialmente in grado di rispondere, anche in cooperazione con le istituzioni pubbliche, a specifici bisogni della comunità? Con quali modalità?
Dagli interventi degli interlocutori è emerso un quadro piuttosto variegato sull'esigenza e sull'opportunità di consolidare o estendere le reti create nell'ambito del PAC per far fronte non solo ai bisogni individuati ma anche a quelli che stanno emergendo nelle aree di implementazione dei progetti. La maggior parte degli interlocutori ha espresso la necessità e l'urgenza di un'apertura delle proprie attività verso l'esterno, ossia superare quel localismo che fatica ad avere grande impatto nella risoluzione di problemi strutturali. Ciò si lega direttamente al tema della sussidiarietà, sia orizzontale che verticale, osservato da una doppia prospettiva: da un lato, è stata riconosciuta la grande potenzialità di mettere in rete attori dotati di diverse forze e poteri in termini di continuità e sostenibilità delle azioni, dall'altro, in considerazione della debolezza attuale degli assetti politico-amministrativi, è emerso il rischio di perdere la sfida del cambiamento sociale laddove la rete resta in una condizione di auto-organizzazione di fronte ai problemi strutturali della comunità.
Diverse osservazioni sulla fiducia come elemento fondamentale del funzionamento delle reti hanno aperto la riflessione su alcune fragilità delle realtà beneficiarie dei finanziamenti PAC: la tendenza all'autoreferenzialità (spesso condizionata da un'esigenza di sopravvivenza), diffusa nel terzo settore, secondo alcuni interlocutori determinerebbe un ostacolo alla capacità di far rete.
- La seconda domanda rivolta ai partecipanti al Focus Group è stata:
Nell'ambito delle attività PAC che svolgete sul territorio gli operatori socio-educativi (youth workers) che ruolo giocano? Quali fabbisogni formativi o esperienziali devono essere supportato per rispondere al meglio alle vostre necessità?
Nell'ambito ancora piuttosto indefinito dello youth working è emerso, tra gli altri, il tema della social innovation e, in particolare, la necessità di definire innanzitutto cosa significhi fare innovazione e creare spazi di espressione creativa non formali, informali e volontari. Tra le necessità espresse: superare la fase attuale di "fertilizzazione" ed intraprendere un percorso di programmazione politica maggiormente lungimirante e sufficientemente distante dal cosiddetto modello della "jackpot economy"; utilizzare le risorse a disposizione per valorizzare le esperienze virtuose, le hub sociali che di fatto rappresentano luoghi di aggregazione di idee e progetti che possono realmente determinare processi innovativi; aumentare la consapevolezza sia nei giovani sia nelle istituzioni delle opportunità concrete offerte dall'investimento in innovazione sociale.
La seconda sessione del Focus ha dato spazio alla discussione sulle criticità riscontrate nella gestione dei progetti (dovuta anche ad alcuni ritardi causati dalla riorganizzazione interna al Dipartimento).
Il contributo degli Osservatori ha tracciato, in conclusione, una prima sintesi degli elementi emersi nel corso del focus riguardo alle caratteristiche campane inerenti i due temi chiave delle reti e della valutazione di qualità dell'animazione socio-educativa. Tra le prospettive individuate, proprio la necessità di continuare a monitorare, valutare e aprire il confronto tra gli attori coinvolti attraverso approcci di valutazione partecipata delle policies per favorire l'apprendimento e il miglioramento delle politiche messe in campo.
Il focus, i cui risultati saranno analizzati e messi poi a disposizione dal Formez per favorire la conoscenza sugli interventi attivati, ha rappresentato un primo step utile alla condivisione dei dati allo stato disponibili circa le attività svolte in Campania in ambito PAC e anche a restituire un primo quadro di contesto riguardo ai valori e alle visioni di alcune esperienze campane di progettualità giovanile.