Giovani e lavoro
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Valzania A. (2016), Il lavoro che cambia. Giovani generazioni e immigrati stranieri di fronte alle sfide della flessibilità, Franco Angeli, Milano.
Il volume presenta le principali trasformazioni che hanno interessato il lavoro nel corso del Novecento, con una particolare attenzione ai mutamenti più recenti (smaterializzazione, soggettivazione e flessibilità del lavoro) e ai cambiamenti prodotti nella società (con la fine della centralità del lavoro salariato di stampo fordista e la nascita di nuove figure). In questo quadro, sono poi analizzati i percorsi di successo lavorativo e di mobilità sociale mettendo a confronto una generazione di lavoratori nata e cresciuta nel campo fordista e i due soggetti sociali (le giovani generazioni e gli immigrati stranieri), nati e cresciuti invece in epoca globale e direttamente interessati dalla flessibilità e dalla atipicità contrattuale, dal lavoro sommerso e dalla difficile ricerca di una integrazione nel territorio di arrivo.
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Rosina A. (2015), Giovani che non studiano e non lavorano, Vita e Pensiero, Pubblicazioni dell'Università Cattolica, Milano
Vagano senza meta, senza aver chiaro il loro ruolo nella società e nel mercato del lavoro, sempre più disincantati e disillusi, con il timore di essere marginalizzati e di dover rinunciare definitivamente a un futuro di piena cittadinanza. Sono i Neet (acronimo inglese per Not in Education, Employment or Training), i giovani che non studiano e non lavorano: un fenomeno in crescita allarmante, tanto che si comincia a parlare di loro come di una 'generazione perduta'. Questo spreco di potenziale umano ha un costo rilevante, sul piano sia sociale sia economico, perché le nuove generazioni sono la componente più preziosa e importante per la produzione di benessere in un Paese. Come si è arrivati a questa situazione? Come la vivono i giovani? E come se ne esce? Parte da queste domande il libro-inchiesta di Alessandro Rosina. Il suo sguardo lucido e acuto individua le responsabilità dei vari attori istituzionali, economici, sociali (dalla scuola al sistema produttivo, alla famiglia, ai mass media) svelando inefficienze e limiti. Poi, indicatori ufficiali e dati di ricerche scientifiche alla mano, disegna un percorso di riscatto possibile, che passa attraverso il cambio di atteggiamento verso le nuove generazioni, l'attenzione ai talenti giovani, l'investimento nelle nuove competenze, il sostegno dell'intraprendenza. Per arrivare un giorno non lontano a dire: "C'erano una volta i Neet?".
- Agnoli Maria Stella (a cura di) (2015), Generazioni sospese. Percorsi di ricerca sui giovani Neet, Franco Angeli, Milano.
Il fenomeno dei giovani non impegnati in attività di istruzione, occupazione né formazione (not in education, employment or training, da cui l'acronimo Neet) è stato un problema emergente sulla scena europea a partire dalla fine degli anni '90. Il volume illustra i risultati di un articolato programma di indagine sulla fenomenologia dei Neet, che è stato realizzato a livello dell'Unione Europea e a livello nazionale integrando diversi percorsi e strategie di ricerca.
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Lello E. (2015), La triste gioventù. Ritratto politico di una generazione, Maggioli Editore, Santarcangelo di Romagna.
È il ritratto suggestivo di una generazione sospesa. Nelle scelte politiche e di valore. I giovani: incerti come il futuro. Costretti alla precarietà e all'improvvisazione. Ma abili a recitare questa parte. Per rassicurare gli adulti. E per rafforzare la propria identità.
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De Luigi N., Martelli A., Rizza R. (2014), Giovani e mercato del lavoro: instabilità, transizioni, partecipazione, politiche, FrancoAngeli, Milano.
La popolazione giovanile è da tempo oggetto privilegiato di studio nelle scienze sociali. Questo numero della rivista si concentra sul rapporto tra giovani e mercato del lavoro, approfondendo la crescente e prolungata instabilità delle carriere lavorative, la difficile transizione, soprattutto in Italia, tra la fase dell'istruzione-formazione e il lavoro, le nuove forme della partecipazione e della rappresentanza, le politiche pubbliche.
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Gallino L. (2014), Vite rinviate. Lo scandalo del lavoro precario, Laterza, Roma-Bari.
Il lavoro flessibile produce occupazione: è la promessa miracolosa che ha legittimato il progressivo smantellamento delle tutele del lavoro. La realtà è diversa, molto diversa. La flessibilità produce profonde disuguaglianze e ha costi personali e sociali che non si possono sottacere.
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Brossico L., Di Lecce L., Meloni C. (a cura di) (2013), Mettere a frutto i talenti. Esperienze e testimonianze sull'Italia di oggi, Franco Angeli, Milano.
Questo è il terzo grande convegno, dopo quelli del 1985 e del 1997, che Noopolis dedica all'occupazione giovanile. I temi dibattuti sono sempre gli stessi: lo scollamento tra sistema formativo e lavoro, l'emarginazione e il disagio dei giovani, il distacco tra società e classe politica, le varie forme dell'emarginazione e le spinte innovative che stentano a decollare. Tuttavia questo convegno si discosta da quelli precedenti per una novità sostanziale: il coinvolgimento dei giovani che, dopo essere stati accusati della stessa ignavia imputata alla generazione precedente, sono stati chiamati a discolparsi e ad esporre le loro ragioni.
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Delai N. (a cura di) (2013), Il lavoro come esercizio di relazione. Costruire un percorso a più vie per l'ingresso nella vita attiva delle giovani generazioni, Franco Angeli, Milano.
Il tema dell'inserimento delle giovani generazioni nel mondo del lavoro è ampiamente dibattuto ma ancora scarsamente affrontato in maniera convincente e sistematica. Il progetto "Giovani Industriosi" di Confindustria Trento costituisce un modello di sperimentazione in tema di giovani e lavoro. Si è promossa una sorta di "sperimentazione sociale" che comprendeva: l'ingresso in azienda di un gruppo di giovani diplomati e laureati secondo una modalità contrattuale più strutturata e meno precaria; uno Sportello per la neo-imprenditorialità, che potesse aiutare i giovani a districarsi nel labirinto dei soggetti e delle opportunità legati alle start-up, che stentano a trasformarsi spesso in realtà concreta; la promozione di esperienze di lavoro estivo per gli studenti. L'augurio è quello di pervenire ad uno sforzo corale che sappia mettere in relazione soggetti e risorse diverse per trasformare una sperimentazione sociale in una modalità permanente di gestione più attiva dell'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, aprendosi ad un futuro da creare e lasciando da parte i catastrofismi di maniera.
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Fiorentini G., Calò F. (2013), Impresa sociale & innovazione sociale. Imprenditorialità nel terzo settore e nell'economia sociale: il modello IS&IS, FrancoAngeli, Milano.
L'impresa sociale è il contesto imprenditoriale più aperto e operativo per creare innovazione sociale nel sistema socio-economico italiano. L'innovazione sociale a sua volta si traduce in una concezione evoluta del non profit, che vede nello sviluppo imprenditoriale la sua caratteristica indispensabile e declina una nuova gestione delle funzioni aziendali. Il modello IS&IS fornisce una visione sistemica ed operativa del rapporto fra impresa sociale e innovazione sociale, indicando gli elementi caratteristici della formula imprenditoriale specifica, che generano lo sviluppo del sistema paese. Il libro, in un contesto corale, fornisce strumenti di management applicabili alla gestione in logica di IS&IS delle imprese sociali.
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Palidda R. (2013), Vite flessibili. Lavori, famiglie e stili di vita di giovani coppie meridionali, FrancoAngeli, Milano.
Il volume indaga il lavoro flessibile nei suoi aspetti socialmente più problematici e sotto il profilo della molteplicità degli ambiti di vita coinvolti. Da qui la scelta di analizzare il fenomeno nel Mezzogiorno, in cui la domanda di lavoro presenta drammatiche strozzature dal punto di vista quantitativo e qualitativo, e di indagare i percorsi di lavoro di giovani e giovani-adulti che hanno scelto di costruire una famiglia in condizioni di insicurezza lavorativa.
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Tonarelli A. (2013), Posti in piedi. Giovani in transizione fra università e lavoro, Pacini Editore, Pisa.
La metafora del mercato stretto che offre ai giovani laureati italiani soltanto posti in piedi rispecchia bene il carattere residuale, scomodo, temporaneo ed incerto delle occupazioni che si rendono oggi disponibili alle nuove leve di laureati. Cosa si aspettano i giovani al termine del proprio percorso universitario? Quali attese nutrono e quali strategie propongono nel muovere i primi passi verso il mondo del lavoro? La risposta a queste domande viene cercata attraverso una lettura integrata tra i dati AlmaLaurea e quelli di monitoraggio raccolti nell'ambito delle iniziative promosse dalla Commissione Orientamento e Job Placement dell'Ateneo di Firenze. Il volume si propone come una guida utile per indirizzare le scelte dei giovani e delle loro famiglie ma soprattutto come una base conoscitiva...
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Cacace N. (2012), Equità e sviluppo: il futuro dei giovani : previsioni al 2020, FrancoAngeli, Milano.
L'Italia, con 45 anni di vita media, è un paese molto vecchio. Da 30 anni il suo Pil rallenta e da 10 è fermo. Ai giovani offre in eredità un debito pubblico enorme e poche prospettive: pur essendo pochi, data la bassa natalità, i nostri ragazzi hanno un'alta disoccupazione, sono precari se lavorano e stanno anche peggio se sono femmine e sono nati nel Mezzogiorno. In questa crisi si è scoperto che i paesi a minor diseguaglianza sono anche i più ricchi. Il futuro, perciò, è nelle mani dei giovani, a patto che essi affrontino i cambiamenti con creatività, istruzione e formazione continua, impegno anche collettivo, per una società dove il mercato sia motore di sviluppo, ma non padrone, e lo Stato sia garante dei valori universali di solidarietà.
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Cortese A. (2012), Carriere mobili. Percorsi lavorativi di giovani istruiti nel Mezzogiorno, FrancoAngeli, Milano.
I risultati di un'indagine sulla mobilità del lavoro e sulle carriere di giovani adulti in un contesto urbano del Mezzogiorno caratterizzato da gravi squilibri occupazionali e da un modello prevalente di "mobilità regressiva", che comprime le opportunità di promozione attraverso il lavoro e amplifica i rischi delle transizioni.
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Gallie D., Gosetti G., La Rosa M. (2012), Qualità del lavoro e della vita lavorativa. Cosa è cambiato e cosa sta cambiando, Riv. Sociologia del lavoro n. 127, FrancoAngeli, Milano.
La rivista propone un fascicolo interamente dedicato alla qualità del lavoro e della vita lavorativa. Più volte negli ultimi anni sono stati affrontati i cambiamenti delle condizioni lavorative, ma in questo caso si è voluto dedicare uno spazio alla riflessione su questo tema, per cogliere da più prospettive le tendenze di cambiamento alla luce delle trasformazioni avvenute e in atto. In una fase in cui i nuovi modelli organizzativi chiedono alle persone di attivarsi e di dare ampia disponibilità, è quanto mai necessario rendere operativo il concetto di lavoro decente.
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Blossfeld, Hofacker, Rizza, Bertolini (a cura di) (2011), Giovani, i perdenti della globalizzazione? Lavoro e condizione giovanile in Europa e in Italia, Riv. Sociologia del lavoro n. 124 Franco Angeli, Milano.
Il volume espone per la prima volta in Italia i risultati di lunghe e approfondite ricerche internazionali come GLOBALIFE e flexCAREER, che hanno offerto un contributo decisivo alla comprensione degli effetti di fenomeni quali globalizzazione e transnazionalismo sulla condizione giovanile, indagando le loro conseguenze sui percorsi di carriera delle più giovani generazioni e sul loro corso di vita.
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La Rosa M. (2011), La ricerca sociologica e i temi del lavoro. Giovani ricercatori italiani a confronto, Franco Angeli, Milano.
Il volume offre un completo insieme di approcci e analisi, sia teoriche sia empiriche, sui problemi odierni del lavoro. Le tematiche del lavoro, più che mai oggi in profonda trasformazione e mutamento, vengono analizzate e interpretate da giovani ricercatori italiani, universitari e non, di scienze sociali e in specifico di orientamento socio-lavorista.
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Minghini C., Chicchi F. (2011), Quali alleanze? Giovani e sindacato di fronte alla frantumazione del lavoro, Ediesse, Roma.
Il volume interroga il tema della rappresentanza sindacale a partire dalle condizioni di lavoro delle nuove generazioni. Il testo nasce a seguito di una ricerca empirica qualitativa condotta dall'IRES regionale in Emilia-Romagna con i giovani sindacalisti della CGIL ed emergono non solo le gravi problematiche del lavoro che cambia, della rappresentanza in contesti di lavoro sempre più frammentati, ma anche e soprattutto riflessioni ed elementi di discussione utili ad immaginare strategie di innovazione per il sindacato nel suo complesso. Inoltre vengono prese in considerazione alcune ipotesi di riorganizzazione della rappresentanza al fine di suggerire nuove ragioni di alleanza e coalizione del lavoro.
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Pagano P. (2011), I giovani e il futuro. Un'analisi delle culture giovanili tarantine, FrancoAngeli, Milano.
Il volume analizza i processi culturali, emozionali e simbolici che caratterizzano la relazione dei giovani con la scuola e la formazione, soffermandosi su come questa orienti il loro futuro lavorativo e formativo. La ricerca ha coinvolto 505 studenti delle ultime classi delle scuole secondarie di secondo grado di Taranto e provincia.
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Zajczyk F., Borlini B., Crosta F. (2011), La sfida delle giovani donne. I numeri di un percorso ad ostacoli, Franco Angeli, Milano.
Il volume analizza la presenza femminile nel mondo del lavoro, con particolare attenzione alle fasce più professionalizzate, dove i segnali positivi di una parità di genere sono ancora troppo esigui e non adeguati alle risorse che le donne mettono in realtà in campo. Il testo presenta infine alcuni particolari ambiti professionali che si sono progressivamente femminilizzati.
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Boldizzoni D; Sala M. E. (2009), Generazione Y. I surfisti nella Rete e il mondo del lavoro, Guerini e Associati, Milano.
Quando si parla di "Generazione Y" ci si riferisce a una popolazione di giovani cresciuti nell'era di Internet e dell'iPod, che vive le contraddizioni dell'inserirsi in un mercato del lavoro caratterizzato da lavori flessibili e precari. Chi sono, quali valori, motivazioni e aspettative hanno questi giovani? Come è possibile facilitare l'ingresso della Generazione Y nel mondo del lavoro? Nel volume sono presentati i risultati di una indagine estensiva che ha coinvolto oltre 1000 giovani nati negli anni Ottanta, i punti di vista emersi in focus group effettuati sia con gruppi di giovani sia con i rappresentanti di imprese significative. Inoltre, sono riportate indicazioni utili per la definizione di politiche e sistemi di gestione delle risorse umane specifici per questa popolazione ed una disamina della letteratura esistente sul tema.
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Colella F. (2009), Biografie atipiche: Strategie di costruzione dell’identità nella vita quotidiana dei giovani precari, Guerini Scientifica, Milano.
Questa ricerca intende dar conto della complicata esperienza di vita che il lavoratore precario si trova a dover affrontare, caratterizzata non soltanto dalla debolezza e dalla discontinuità dei redditi, ma anche dall'assenza della progettualità della propria carriera professionale e di vita. Le principali risultanze di questa indagine mostrano quanto, anche oggi, soprattutto oggi, il lavoro rappresenti uno degli elementi essenziali per la costruzione del processo identitario e quanto l'individuo sia esposto a rischi sociali da sostenere esclusivamente a livello personale.
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Palidda R. (a cura di) (2009), Vite flessibili. Lavori, famiglie e stili di vita di giovani coppie meridionali, Franco Angeli, Milano.
Il volume indaga il lavoro flessibile nei suoi aspetti socialmente più problematici e sotto il profilo della molteplicità degli ambiti di vita coinvolti. Da qui la scelta di analizzare il fenomeno nel Mezzogiorno, in cui la domanda di lavoro presenta drammatiche strozzature dal punto di vista quantitativo e qualitativo, e di indagare i percorsi di lavoro di giovani e giovani-adulti che hanno scelto di costruire una famiglia in condizioni di insicurezza lavorativa.
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Petrosino D. (a cura di) (2007), Lavoratori senza. Giovani e postfordismo in una città meridionale, Progedit, Bari.
Bari è un osservatorio privilegiato sui mutamenti del lavoro. Le trasformazioni in senso "postfordista" dell'organizzazione produttiva risultano più avanzate che nelle altre città del Sud, ma la persistenza dei connotati tipici di un contesto meridionale accentua la drammaticità delle ricadute sociali della "precarizzazione". La ricerca condotta dagli autori indica che il lavoro sta perdendo progressivamente la sua tradizionale capacità di garantire un'esistenza autonoma e dignitosa. Donne e giovani ne pagano il prezzo più elevato. Il disagio stenta, tuttavia, a tradursi in istanza politica collettiva, poiché è stemperato da una serie concentrica di dispositivi sociali: il ritorno sotto l'ombrello protettivo della famiglia, l'integrazione nella società dei consumi e un immaginario sociale dalla forte presa sui giovani lavoratori che legittima la corsa alla dismissione dei diritti e delle tutele.
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Toscano M. A. (2007), Homo instabilis. Sociologia della precarietà, Jaca book, Milano.
Il volume presenta una serie di ricerche sia empiriche che teoriche svolte nel quadro di un progetto di interesse nazionale che poneva al centro della riflessione il problema del lavoro, nei suoi sviluppi odierni e nelle sue molteplici forme di flessibilità e di precarietà. Per la generalità degli individui il lavoro continua ad essere una risorsa assolutamente imprescindibile e un traguardo da raggiungere per la realizzazione del proprio progetto di vita. Ma anche il lavoro cambia: cambiano le modalità pratiche di effettuazione, cambiano gli stili, cambiano gli schemi, cambiano le relazioni. Il mondo del lavoro deve essere dunque storicizzato e reinterpretato alla luce di ulteriori fattori che agiscono sulle situazioni globali e su quelle locali.
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Delai N. (2006), Giovani & integrazione sociale. Analisi delle condizioni di vita dei 15-24enni in provincia di Bolzano, Franco Angeli, Milano.
Il testo contiene quattro indagini parallele sui giovani tra i 15 e i 24 anni residenti in Alto Adige. Esse fanno parte dell'iniziativa Equal - Going, promossa da Kantea finalizzata a individuare i fattori di disagio sociale e lavorativo dei giovani e a strutturare azioni esaustive non estemporanee per migliorare l'inserimento e la partecipazione alla vita attiva lavorativa in contesti che valorizzano le aspirazioni professionali, le competenze e le potenzialità individuali. I risultati mostrano una significativa differenza tra i giovani di lingua italiana e i giovani di lingua tedesca, rispetto alle strategie formative seguite, all'approccio nei confronti del lavoro, alle aspettative rispetto al futuro.
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Altieri L.,Togni D. (2005), Valutazione e politiche attive del lavoro. Esperienze in Emilia Romagna, Franco Angeli, Milano.
La riflessione sulle politiche del lavoro ha conosciuto un significativo sviluppo quando si sono accompagnati alla complessità del fenomeno della disoccupazione il progressivo avvio di politiche regionali e locali e all'uso estensivo degli ammortizzatori sociali, i nuovi strumenti di creazione di lavoro e d'impresa. Le sperimentazioni condotte a livello regionale e locale sono state caratterizzate fino ad oggi dalla frammentazione delle competenze fra Stato e Regioni e dalla carenza di competenze dirette delle amministrazioni locali. Si tratta di una situazione in forte evoluzione, a seguito delle recenti norme che hanno trasferito a livello regionale e locale le competenze in materia di collocamento. La presente richiesta ha la possibilità di sviluppare una riflessione critica sia sulle politiche del lavoro attivate che sulle metodologie di valutazione utilizzate e sviluppare una proposta metodologica di valenza generale. Ulteriori motivi che danno rilevanza allo studio qui presentato sono offerti dalle sperimentazioni condotte in Emilia Romagna, dove l'autorità regionale e le province hanno avviato significative iniziative per monitorare i mercati locali del lavoro.
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Farina F. (2005), Giovani della società dei lavori, Franco Angeli, Milano.
Si propone qui una riflessione sui significati dell'ingresso nel mercato, della permanenza e della stabilità come obiettivo finale che vedono notevolmente dilatata la fase dell'attesa sempre più importante ma anche maggiormente nebulosa alla luce delle profonde trasformazioni del lavoro. Il focus è sulle biografie dei giovani, sul loro costruire percorsi lunghi e frastagliati tra famiglia, sistema formativo e lavoro. I giovani si trovano oggi con un potenziale accresciuto esercizio di libertà di autodeterminazione, ma senza adeguati strumenti per poter spendere questo patrimonio. Non si tratta di individuare le determinanti della discriminazione nei confronti dei giovani, bensì di cogliere le molteplici dimensioni che compongono le condizioni giovanili.
- La Rosa M., Gosetti G. (2005), Giovani, lavoro e società: valori e orientamenti tra continuità e discontinuità. Secondo rapporto sulla popolazione giovanile nella provincia di Bologna, Franco Angeli, Milano.
Il rapporto dei giovani con la società, la formazione ed il lavoro è l'oggetto dell'indagine che ha coinvolto nell'anno 2003 oltre 2.100 studenti residenti nella provincia di Bologna e frequentanti scuole medie superiori e facoltà universitarie, ai quali è stato somministrato un questionario. Il presente volume si sofferma sugli elementi di continuità e discontinuità che caratterizzano il mondo giovanile in un contesto caratterizzato da una crescente complessità e da un incremento dell'incertezza rispetto alle condizioni entro le quali le nuove generazioni elaborano i propri progetti di vita. In particolare, gli elementi che influenzano gli orientamenti e le aspettative dei giovani nei confronti della formazione e del lavoro possono essere compiutamente apprezzati solo se vengono valutati congiuntamente ad una pluralità di altri aspetti che modificano i valori esistenziali di riferimento di un mondo giovanile sempre più attratto dagli aspetti relazionali ed espressivi della vita e, in qualche modo, meno propenso a fare del lavoro, della carriera e del successo obiettivi esclusivi.
- Gosetti G. (2004), Giovani, lavoro e significati. Un percorso interpretativo e di analisi empirica, Franco Angeli, Milano.
In questa fase di passaggio dalla società del lavoro alla società dei lavori - con rilevanti cambiamenti nei contenuti del lavoro, nelle modalità organizzative e nei percorsi di accesso - occorre riflettere sui significati che i giovani attribuiscono al lavoro. Percorsi biografici sempre più frammentati, anche a seguito dell'innalzarsi della segmentazione del mondo del lavoro e dell'incertezza sociale, portano a ricercare risorse di senso e di significato per gestire la complessità delle relazioni con il proprio contesto di vita. Il volume parte dall'idea che la produzione dei significati vada colta all'interno delle relazioni sociali, e propone un approfondimento teorico del tema dei significati del lavoro, presentando le risultanze di una ricerca qualitativa condotta fra giovani dai venti ai trenta anni che vivono nelle città di Trento e Bologna.
- Spanò A. (2004), Tra esclusione e inserimento. Giovani inoccupati a bassa scolarità e politiche del lavoro a Napoli, Franco Angeli, Milano.
Attraverso la raccolta di storie di vita di giovani disoccupati napoletani con basso livello di istruzione, la ricerca ha inteso riflettere sull'efficacia delle politiche attive del lavoro volte al loro inserimento nel mercato del lavoro. In particolare, l'indagine è stata rivolta a giovani che hanno partecipato a corsi di formazione nell'ambito del Progetto "Emergenza occupazionale Sud" e a giovani che hanno beneficiato dei PIP (Piani di Inserimento Professionale). Dalla ricerca emerge come anche gli interventi di politica "attiva rischiano di non ottenere risultati apprezzabili se non orientati specificamente alle caratteristiche del destinatario, e se non inquadrate in un progetto coerente di "accompagnamento" che consenta al soggetto di valorizzare gli effetti prodotti dall'intervento sia sul piano dell'acquisizione delle competenze, sia sul piano dell'identità (fiducia in sé e nelle proprie potenzialità), sia sul piano delle relazioni instaurate.
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Zurla P. (2002), Percorsi di scelta: giovani tra scuola, formazione e lavoro, FrancoAngeli.
La scelta degli studi da intraprendere dopo la scuola dell'obbligo si rivela difficile in quanto implica la stretta connessione tra scuola, formazione e lavoro. Il volume intende trattare questa problematica, con lo scopo di delineare il percorso scolastico-formativo dei giovani, presentando i risultati di un'indagine condotta, attraverso la somministrazione di una serie di questionari, tra gli studenti iscritti al primo anno di scuola superiore nella Provincia di Forlì-Cesena.