Cine Forum La Macchia 7.0
L'associazione socio-culturale ASINU Press ha realizzato la settima edizione del cineforum "LA MACCHIA", un ciclo di incontri presso la biblioteca A.Santucci dell'Università degli studi di Salerno con il patrocinio morale dell'Osservatorio Comunicazione Partecipazione Culture Giovanili. Il cineforum è stato articolato in 4 incontri con la proiezione di film incentrati su tematiche differenti: The Social Network , La Pecora Nera , Breakfast On Pluto, Smetto Quando Voglio .
THE SOCIAL NETWORK
"The Social Network" è stato il primo film del Cineforum, proiettato l'8 Novembre 2017. Il film è incentrato sulle vicende relative al "fenomeno Facebook", ripercorrendo le vicissitudini del suo fondatore Mark Zuckerberg magistralmente interpretato da Jesse Eisenberg. La cornice della trama sono i vari processi legali sostenuti da Zuckerberg che aprono la possibilità di raccontare e ripercorrere tutti gli avvenimenti che hanno portato all'idea, alla realizzazione e al successo del Social Network più famoso del mondo.
Il film ha aperto brillantemente il cineforum che ha visto nel suo primo dibattito gli interventi del professor Alfonso Amendola, docente di Media classici e Media moderni, la Dott.ssa Ida De Domincis, e il Collettivo Link Comunicazione. Prima di parlare del fenomeno sociale rappresentato da siti come Facebook, bisogna considerare che "Facebook , percepito come una prassi è difatti un'impresa" e come tale ne segue le regole ,come citato dal professore Amendola. La necessità di informazioni immediate è il "servizio" fornito dai social networks, una necessità sempre più impellente a cui siamo abituati ed assuefatti.
Oggigiorno sono sempre più gli esperimenti di socials e i tentativi di rispondere e creare nuove esigenze in questo particolare mercato, persino personalità famose propongono nuove idee in un tumulto web sempre in movimento. "Nel momento in cui nasce un media esso si nutre sempre dei media precedenti".
LA PECORA NERA
Il secondo appuntamento del 17 Novembre 2017 ha visto la proiezione della pellicola di Ascanio Celestini "La Pecora Nera " realizzata nel 2010. La pecora nera è rappresentata dal protagonista Nicola, che per 35 anni ha vissuto in manicomio, a contatto con coloro che lui preferisce chiamare "santi" invece che matti. Ripercorrendo la storia del protagonista il film mostra uno spaccato delle condizioni in cui imperversano i malati mentali in Italia.Nicola viene interpretato dallo stesso Ascanio Celestini , nasce nei "favolosi anni Sessanta", come lui ama definirli, anni lontani dalla riforma di Franco Basaglia del 78, psichiatra illuminato che promosse la progressiva eliminazione del sistema manicomiale e il reinserimento nel corpo della società dei pazienti con disturbi mentali .
Dopo la proiezione ha avuto luogo un dibattito tra i presenti all'evento con la partecipazione del professore di diritto penale Gaspare Dalia e del collettivo PiKuadro .Il primo a prendere parola è stato proprio il professore Dalia nel tentativo di comprendere in quale tipo di struttura fosse rinchiuso il protagonista Nicola, realizzando così una differenziazione dei vari tipi di strutture che nel corso del tempo sono state realizzate per i malati mentali come ad esempio gli OPG (ospedale psichiatrico giudiziario) successivamente sostituiti dalla REMS (residenza per l'esecuzione di misure di sicurezza ) ma che nella realtà dei fatti poco cambiano poiché l'idea di "prigonia" è la stessa. Inoltre il prof. Dalia ha affermato che l'Italia inizialmente si faceva precursore di politiche innovative per l'inclusione sociale ma con gli anni perde questa accezione superata dal altri paesi dell'Ue. Gli spettatori a turno raccontano episodi e esperienze riguardo all'approccio che hanno avuto con persone che possiedono disturbi mentali o disabilità o esprimendo il proprio pensiero a riguardo .
La conclusione generale è ricaduta sull'impreparazione dei docenti di sostegno , dei professori , degli alunni ,talvolta degli stessi genitori e della società in generale incapace nella gestione di persone con tali disturbi. La società come si evince anche dal film tende ad escludere questi soggetti credendo di aver risolto il problema invece di impegnarsi in una loro inclusione sociale in quanto si tende ad avere paura, timore di ciò che non si comprende e per questo si preferisce che sparisca, nascondendolo ai propri occhi.
BREAKFAST ON PLUTO
Il 23 Novembre 2017 si è tenuto il terzo cineforum per mano dell'Associazione Asinu, i cui ospiti sono stati: la professoressa Giuseppina La Delfa; Gianluca Faruolo, in qualità di membro di Arcigay Salerno; ed infine il Collettivo Link Filosofia. La pellicola mostrata durante l'incontro, che tratta una tematica delicata come la transessualità, è stata "Breakfast on Pluto" di Neil Jordan. Il film, ambientato durante il periodo della Guerra civile Irlandese, racconta la storia travagliata di un ragazzo abbandonato dalla madre che scopre le sue tendenze transessuali già da bambino. Le drammatiche esperienze da lui vissute lo porteranno a partire per Londra alla ricerca di sé stesso e di sua madre.
Dopo la proiezione del film si è tenuto un dibattito sulla ricerca dell'identità. In questo ambito, è stata posta un'interessante tematica: il grado di conoscenza della questione di genere e, di conseguenza, la distinzione fra transgender e transessuale. Ciò che gli ospiti hanno messo in luce è stata la necessità di approfondire la conoscenza di un tema così complicato e, per certi versi, ritenuto ancora un "taboo".
Numerose le soluzioni proposte per affrontare suddetta questione: partendo dalle scuole, che dovrebbero permettere le visite da parte delle associazioni, poiché questa tematica merita di essere affrontata gradualmente e con attenzione; fino ad arrivare all'organizzazione di Gay Pride, la cui utilità è quella di mostrare al mondo la bellezza della diversità e, soprattutto, la fierezza dei partecipanti nell'aver trovato la propria identità. E' arrivato il momento di abbattere i tanto odiati stereotipi riguardanti il genere, per arrivare alla concezione secondo la quale si può essere Uomo o Donna senza intervenire drasticamente sulla propria struttura corporea.
SMETTO QUANDO VOGLIO
"Smetto quando voglio" è stato l'ultimo film proiettato il giorno 30 novembre 2017. Il film diretto da Sidney Sibilia ha una trama divertente, ma al tempo stesso spinge ad una acuta riflessione su quanto attualmente il mondo del lavoro e delle università stiano vivendo un momento di forte precarietà. Il protagonista è Pietro Zinni, ricercatore di 37 anni il quale nonostante fosse un genio viene licenziato a causa di tagli all'Università. Le vicissitudini portano Pietro a mentire riguardo il suo lavoro lasciando credere alla sua compagna di aver ottenuto un contratto a tempo indeterminato. Pietro, per risolvere la situazione, ha un'idea "geniale" ma assolutamente drammatica: sfruttando le sue conoscenze scientifiche crea una nuova droga attraverso una molecola non ancora catalogata come stupefacente dal Ministero della salute. In modo ancor più ingegnoso decide di coinvolgere anche i suoi amici, i quali nonostante la loro preparazione e la loro laurea, vivono ai margini della società lavorando come lavapiatti, benzinai, giocatori di poker. Macroeconomia, biologia, neuroscienze, antropologia, lettere classiche saranno gli elementi salienti per poter convolare in una vera associazione malavitosa. Il profitto arriva in un batter d'occhio ma ben presto diventerà sempre più ostico gestire il giro d'affari .
In seguito alla proiezione del film, è avvenuto un dibattito che ha avuto come ospiti il Professore Gennaro Avallone, docente di Sociologia Urbana; Prof.re Diego Barletta; e il Collettivo Strike Lab. La discussione si è incentrata su differenti temi quali la superficialità con cui viene trattata la ricerca e la precarietà nel lavoro e nelle Università .È emerso quanto si conosca poco della ricerca e quanto attualmente si sia ritornati ad una nuova fase di "precarizzazione " simile al passato: la difficoltà è quella di riuscire non solo ad ottenere dei finanziamenti per la ricerca ma anche di ottenere un contratto a tempo indeterminato come forma di stabilità economica.
Lo Stato tende a non sovvenzionare ciò che non produce immediati profitti ed è questa una delle ragioni per cui la Ricerca di base ha grandi difficoltà a progredire e ad avanzare in Italia.