"Verso un'Europa garante della non discriminazione e della parità di genere".
Lunedì 8 maggio 2023, presso l'Aula Pecoraro dell'Università degli Studi di Salerno si è svolto il convegno "Verso un'Europa garante della non discriminazione e della parità di genere".
L'evento rientra nel ciclo di incontri dal titolo "Stato dell'Unione: quali prospettive per un mondo migliore?", organizzati dalla Rete italiana dei Centri di Documentazione Europea con il supporto della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, il CDE dell'Università degli Studi di Salerno, il CDE del Verbano Cusio Ossola .
L'iniziativa è stata realizzata in collaborazione con: Centro Bibliotecario di Ateneo UNISA, Europe Direct Salerno- sede Unisa presso OCPG, Osservatorio Giovani Policom - Unisa , Laboratorio Made in Italy/Osservatorio giuridico "Etica, Finanza, Sviluppo" Osservatorio sullo Spazio europeo di Libertà, Sicurezza e Giustizia, Dipartimento di Scienze Giuridiche (Scuola di Giurisprudenza) UNISA.
L'evento, moderato da Andrea Cottini - Responsabile documentalista del CDE del VCO si è aperto con i saluti istituzionali dei responsabili scientifici del CDE Unisa Prof. Giovanni Sciancalepore, Prof.ssa Stefania Leone e Prof. Rossana Palladino che hanno posto l'accento sull'importanza del tema della parità di genere e del principio di non discriminazione, che sin dall'origine del processo di integrazione europea è stato identificato come principio cardine dell'Unione Europea.
In seguito è intervenuta la Dott.ssa Maria Rosaria Califano - Direttore del Centro Bibliotecario di Ateneo UNISA che ha sottolineato come la discriminazione di genere sia molto radicata nella nostra cultura e quanto sia complicata da sradicare. Ha precisato quanto sia importante la partecipazione a questo tipo di eventi organizzati da istituzioni importanti come l'Università, poiché è necessario informare e far capire agli studenti e alla comunità cosa l'Europa sta facendo per impedire le discriminazioni di genere.
Ha chiuso il ciclo di saluti istituzionali il Dott. Riccardo Brezza - Assessore alla Cultura Città di Verbania che ha ringraziato i presenti, sottolineando l'importanza delle tematiche relative ai valori fondamentali su cui si basa l'Unione Europea.
Entrando nel vivo dei lavori ha preso parola la Prof. Angela Di Stasi - Prof. Ordinario di Diritto dell'UE e Delegata del Rettore alle pari opportunità per l'ateneo salernitano che ha aperto la sessione parlando della prevenzione e del contrasto alla violenza di genere e dell'adesione dell'UE alla Convenzione di Istanbul.
La professoressa Di Stasi ha provato a rispondere a tre domande:
- Cos'è la violenza di genere
- In che modo l'UE può dare il suo contributo all'attività di contrasto a questo fenomeno
- Cos'è la convenzione di Istanbul e che valore ha l'adesione dell'UE a tale convenzione
La violenza di genere è definita come qualsiasi forma di atto o minaccia fisica, morale, psicologica e sessuale mirata ad arrecare danno altrui ed esercitata contro una o più persone ritenute deboli e indifese per via del loro orientamento sessuale o religioso o, ancora, per via di alcune caratteristiche che contribuiscono a far apparire tali soggetti come facili vittime di violenza.
Ha parlato poi del ruolo dell'UE che deve essere in grado di garantire la non discriminazione attraverso l'attuazione del Trattato di Lisbona che ha sancito l'obbligo per gli stati membri di aderire alla Convenzione di Istanbul. Attraverso l'adesione si completerebbe il processo di tutela dei diritti fondamentali dei cittadini dell'UE e se ne rafforzerebbero i valori fondamentali.
La convenzione è come un accordo misto che si applica sia in tempo di pace che di guerra e, precisa la prof.ssa, che esso rappresenta "lo" strumento internazionale che stabilisce gli standard minimi per i governi in Europa nella prevenzione, protezione e condanna della violenza di genere.
È poi intervenuta la Prof.ssa Giuseppina Cersosimo - Ordinario di Sociologia Generale UNISA, che ha posto l'accento su quelle che potrebbero essere le premesse per contrastare la violenza di genere, ovvero, uguaglianza e parità. La prof.ssa ha iniziato la propria riflessione affermando che non c'è ancora l'idea di uguaglianza e il riconoscimento tra generi e sessi, come dimostrano alcuni dati statistici secondo cui 1 donna su 3 subisce ancora violenza fisica, morale e psicologica. Ci sono alcuni paesi europei nei quali la dimensione della violenza è ancora molto presente e il potere di questa violenza è quasi sempre operato da persone con cui le donne sono legate da rapporti di affinità. Il potere maschile ritiene di poter disporre ancora del corpo femminile, per cui, bisogna comprendere quali sono gli elementi che possono permettere la consolidazione del contrasto alla violenza. Sembrerebbe che l'uguaglianza e la parità raggiunte siano soltanto formali ma non sostanziali perché altrimenti oggi non vi sarebbe la necessità di discorrere di queste tematiche.
È necessario che le donne vengano considerate titolari di diritti e doveri come lo sono gli uomini.
Secondo la professoressa è necessario sensibilizzare i giovani a un percorso di diritti di cittadinanza, coinvolgendo tutti nei processi di costruzione dell'identità sessuale femminile; bisogna far sì che ci sia un principio di sicurezza e libertà per le donne ed è importante che i due aspetti non vengano confusi e che la libertà non esista senza la sicurezza.
I concetti di uguaglianza e parità, conclude la Cersosimo, non devono essere confusi ma devono essere trasferiti ai più giovani attraverso il riconoscimento dell'altro e la valorizzazione dell'unicità di ogni singolo individuo.
Successivamente ha preso parola l'Avv. Annapaola Voto - Direttore Generale IFEL Campania che ha affermato che la parità di genere rappresenta non solo un valore fondante dell'Unione Europea, ma è il motore trainante del funzionamento della società in cui viviamo.
La crisi da Covid19 ha fatto registrare un aumento della violenza domestica, ma sono aumentate anche le disuguaglianze di genere: gli indici che riguardano la rappresentanza delle donne nel mondo del lavoro restituiscono una situazione molto drammatica e lenta.
La Voto ha sottolineato l'importanza di indirizzare le donne verso le materie STEM, verso la sostenibilità verde e le piccole e medie imprese, affermando che attualmente dati drammatici caratterizzano queste tre aree.
Ha mostrato il piano di attuazione del pilastro sociale dei diritti, Policy 4, attuato attraverso gli strumenti del FSE+ e del FESR volti a ridurre i divari di genere per l'occupazione e a contrastare i divari retributivi tra i sessi. Il primo è in particolare volto a perseguire una parità lavorativa tra uomo e donna e anche un accesso facilitato a servizi di assistenza, nonché misure a sostegno di un equilibrio tra lavoro e vita privata.
Il secondo invece è rivolto ad azioni infrastrutturali, come ad esempio la creazione di asili nido.
Nel ciclo precedente di programmazione (14-20) la Corte dei conti ha ravvisato un divario tra le dichiarazioni formali espresse negli Accordi di Programma Quadro e la loro effettiva attuazione. Nella fase di monitoraggio delle azioni, analizzando 1000 indicatori, solo 29 misuravano la parità di genere.
Nel ciclo (21-27 ) si è deciso di porre più attenzione alle fasi di attuazione, monitoraggio e valutazione, inserendo indicatori chiari e pertinenti, con una analisi dei fabbisogni più attenta.
È poi intervenuta la Prof.ssa Roberta Lombardi - Ordinario di Diritto amministrativo e Delegata del Rettore alle pari opportunità UNISA che ha sottolineato come il mondo accademico faccia fatica a superare il gender gap che si è accumulato negli anni in ambito universitario.
La professoressa ha illustrato il ruolo della donna in ambito accademico, facendo riferimento a Lidia Poët che è stata la prima donna a entrare nell'Ordine degli avvocati in Italia. Nonostante la sua laurea in legge conseguita presso l'Università di Torino, non le avevano concesso di esercitare la pratica forense, appellandosi a un riferimento formale relativo al fatto che si utilizzava il termine avvocato solo al maschile e quindi questo rappresentava l'evidenza per cui non era ammessa la professione dell'avvocatura al femminile.
L'equilibrio di genere si può raggiungere attraverso un processo di comprensione delle disparità tra uomo e donna ma, per ottenerlo, bisogna accrescere la consapevolezza di questa disparità.
La professoressa ha spiegato che l'ateneo salernitano si è dotato di un bilancio di genere, volto a monitorare la presenza di uomini e donne tra docenti, discenti e personale tecnico-amministrativo, un gender quality plan per riequilibrare scostamenti di genere. I dati riferiti al 2021 mostrano che il 56% degli iscritti all'Università è rappresentato da donne e che le laureate sono il 57%. Questo dato mostrerebbe un vantaggio per le donne in ambito accademico ma, rispetto ai dati relativi alla carriera, si verifica una flessione che fa registrare una crescente diminuzione della presenza femminile nella progressione delle qualifiche universitarie: la presenza femminile diminuisce man mano che si sale la scala gerarchica delle qualifiche.
La segregazione orizzontale, cioè il ruolo femminile nel mondo accademico, ha un picco nelle aree delle humanities e una piccola percentuale nelle aree Stem.
La segregazione verticale è invece legata alla carriera delle donne in abito accademico che fa emergere un divario significativo tra i due generi.
A chiudere il seminario la Dott.ssa Maria Senatore - Responsabile documentalista del CDE UNISA che ha fatto un approfondimento sulla piattaforma Eurostat, l'Ufficio statistico dell'Unione Europea, nato nel 1958 con la funzione di fornire statistiche e indicatori di qualità a livello europeo che consentono di operare confronti fra paesi e regioni. La dott.ssa ha mostrato ai presenti le funzionalità della piattaforma, l'organizzazione, la nomenclatura e la tipologia di dati che è possibile consultare, invitando i giovani presenti a informarsi sui corsi che Eurostat eroga per la formazione statistica che è diventata ormai disciplina fondamentale per la ricerca e raccolta dei dati.