unisa ITA  unisa ENG


Osservatorio Giovani OCPG

Giovani del Sud, presente e futuro

Si è tenuto martedì 19 gennaio 2021, sui canali social dell'Università Cattolica e dell'Osservatorio Giovani dell'Istituto Toniolo il webinar "Giovani del Sud, presente e futuro" promosso dall'Istituto Giuseppe Toniolo, in collaborazione con l'Università Cattolica e con la Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale.


L' Osservatorio giovani SUD, promosso dall'Istituto Toniolo di Milano è frutto di una collaborazione tra ricercatori e gruppi di ricerca impegnati nello studio dei fenomeni giovanili, tra questi anche la prof.ssa Stefania Leone, responsabile dell'Osservatorio Giovani OCPG del Dipartimento di Scienze Politiche e della Comunicazione dell'Università degli Studi di Salerno.

Le attività del nascente Osservatorio Giovani Sud rappresentano una nuova pista di indagine sulle opportunità, le difficoltà e le sfide delle nuove generazioni nell'area del Sud Italia. L'esperienza nell'indagare i fenomeni legati alla condizione giovanile vuole inserirsi e dialogare con le più attuali e interessanti ricerche empiriche aventi come campo di studio quello del Meridione e confrontarsi con gli studi in atto.

Al webinar sono intervenuti:

  • Paola Bignardi, Coordinatrice Osservatorio Giovani dell'Istituto Toniolo
  • Rita Bichi, Responsabile Scientifico Osservatorio Giovani Sud
  • Stefania Leone, Università degli Studi di Salerno - Osservatorio Giovani OCPG; Ref. Unisa Osservatorio delle Politiche Giovanili della Regione Campania; Osservatorio Giovani Sud
  • Francesco Del Pizzo, Coordinatore Osservatorio Giovani Sud
  • Raffale Rauty, Università degli Studi di Salerno
  • Eugenio Bennato, Cantautore

 

L'evento è stato introdotto e moderato dalla prof.ssa Rita Bichi, Responsabile Scientifico dell'Osservatorio Giovani Sud.


La prof.ssa Paola Bignardi ha presentato le attività dell'Osservatorio Giovani Sud, che si colloca all'interno della vasta attività di ricerca condotta dall'Osservatorio Giovani Toniolo, che opera dal 2012 con lo scopo di favorire la conoscenza delle giovani generazioni e valorizzare le risorse giovanili. L'Osservatorio Giovani Sud ha l'obiettivo di dare una lettura territoriale dei dati raccolti a livello nazionale, volendo indagare sulle caratteristiche dei giovani nel contesto del Sud Italia. I primi dati analizzati hanno restituito una fotografia che ha mostrato le grandi risorse di questo territorio e al tempo stesso le difficoltà che premono sulle condizioni di vita e di opportunità dei giovani del mezzogiorno.




Don Francesco Asti,
decano della Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale - Sez. San Tommaso, ha portato i suoi saluti ed una riflessione sull'importanza di portare avanti gli studi di ricerca sui giovani. In un momento storico in cui lo strato comunitario della società sembra andare sempre più disgregandosi, è necessario far emergere le importanti esigenze dei giovani. Il lavoro di ricerca è funzionale per dare risposta alle istanze del mondo giovanile, in un lavoro di ricerca-azione dedicato ai giovani del mezzogiorno.



La professoressa Stefania Leone, responsabile dell' Osservatorio Giovani OCPG Unisa e componente dell'Osservatorio Giovani Sud, ha presentato un focus sulla prima ricerca "Giovani del Sud", analizzando in prima istanza il tema del lavoro dei giovani del mezzogiorno. Il focus scelto è un'analisi sulle prospettive e sulla percezione che i giovani hanno del del lavoro, della famiglia, degli altri, delle istituzioni e del proprio percorso di vita. La prof.ssa Leone ha presentato, in prima istanza, i dati sulla situazione territoriale rispetto alla condizione lavorativa. In particolare, i dati sulla presenza di Neet, che rappresentano il più grande divario fra i territori del nord e del sud. Emerge in maniera uniforme, sia per il nord che per il sud, la rappresentazione del lavoro come strumento di garanzia, per ottenere un reddito, per la costruzione del proprio futuro. Quello che caratterizza maggiormente i giovani del sud, e che li valorizza come potenziale per il territorio, è la dimensione legata ancora la lavoro come realizzazione e come autorealizzazione. La prof.ssa Leone ha illustrato inoltre i dati sulla fiducia dei giovani negli altri, che mostrano come la fiducia negli altri sia una dimensione ancora una volta legata ad una questione di sicurezza: chi ha una sicurezza lavorativa è più disposto a riconoscere fiducia nel prossimo. Emerge inoltre una scarsa fiducia nei confronti delle istituzioni, con un dato positivo solo per quanto riguarda la fiducia nei confronti delle istituzioni formative, le forze dell'ordine, il volontariato, gli ospedali e la ricerca scientifica, considerate dalle giovani istituzioni più credibili e meritevoli di fiducia. Un dato che evidenzia una differenza fra i giovani del sud rispetto ai giovani del nord, è la fiducia nella Chiesa Cattolica, che è significativamente maggiore nei giovani del sud. E' stata infine illustrata un'analisi sull'impatto che il Covid19 ha avuto nel periodo di aprile 2020 sui giovani, rispetto al lavoro e ai progetti di vita, che risultano essere percepiti più a rischio.



Il professore Francesco Del Pizzo, Coordinatore Osservatorio Giovani Sud, ha presentato il contesto socioculturale e l'orizzonte valoriale dei giovani del sud, basato sull'osservanza di regole e tradizioni e fortemente permeato dai concetti di famiglia e religione. I giovani del meridione sono più aperti nei confronti della mobilità, presentandosi come maggiormente dinamici e disponibili a spostarsi fuori dal proprio territorio di origine per cercare occupazione e dare maggiore qualità alla propria vita. Sono anche più aperti nei confronti delle nuove tecnologie e al mondo della comunicazione attraverso i social. Il contesto in cui i giovani maturano questa identità è rilevante. Il territorio del sud, pur offrendo la possibilità di intravedere degli spazi di futuro, è ancora, a tratti, una società dominata dalla burocrazia e in alcune questioni anche da una dipendenza verso uno stato assistenzialista. Anche la famiglia risulta essere un elemento importante per la maturazione dell'identità; difatti nei giovani del sud la famiglia viene vista ancora come un punto di ancoraggio, di sicurezza e di protezione. Anche la Chiesa ha questo valore simbolico di sicurezza, come promotrice di valori positivi. Sicuramente il Covid19 sta incidendo anche sulla visione di questa dimensione e sulle dinamiche di maturazione dell'identità giovanile. Nel meridione è particolarmente forte una religiosità popolare, che rappresenta una cultura popolare che sembra resistere ai processi di secolarizzazione. La religiosità resta al sud un elemento di legame, con la propria famiglia e con la propria terra, uno strumento per vivere le proprie radici. Una religiosità che si manifesta in una pietà diffusa, rappresentata spesso da un'empatia che si costruisce nei nuclei familiari. I giovani del sud cercano la propria auto-determinazione perseguendo il successo personale, vivendo in contesti religiosi e familiari che li rendono propensi ai valori dell'altruismo e della benevolenza. I giovani del meridione hanno, quindi, una propensione a migliorare non solo la propria qualità di vita, ma anche la vita dei propri coetanei e soprattutto la vita di chi vive in territori particolarmente disagiati.



Il professore Raffale Rauty, Università degli Studi di Salerno, ha analizzato il rapporto fra risorse e limiti che contraddistingue la vita dei giovani del mezzogiorno. In particolare, risulta difficile affrontare il tema delle difficoltà, soprattutto in rapporto ad una politica che ricerca con fretta delle soluzioni, spesso poi approdando alle più semplici che non sono necessariamente capaci di dare risposte e soprattutto non incidono sull'impoverimento dei territori. Il professore Rauty ha affrontato il tema dell'offerta culturale, evidenziando come il depauperamento del patrimonio culturale di un territorio sfavorisce la crescita e la costruzione identitaria dei giovani, soprattutto di quanti decidono di restare. Appare evidente l'esigenza della costruzione di un programma strategico, che intervenga su alcuni fattori anche di lungo periodo, che inevitabilmente condizionano la vita dei giovani del mezzogiorno. Intervenire sulle politiche di abbandono scolastico e formativo significa intervenire sulle logiche di impoverimento dei territori, e insieme a questo cominciare a pensare ad una politica urbana nella quale i giovani siano presenti, per dare risposte e nuove articolazioni al tempo di vita e di svago delle giovani generazioni. Inoltre, assistiamo ad un impoverimento delle tradizioni, dovuto anche alla mancanza di una politica della memoria che conservi radici e culture dei territori. Il problema risiede in una politica per i giovani che necessita di interlocutori privilegiati e di soggetti privilegiati che la propongano sulla base di un'esperienza e di un rapporto continuo con i giovani. Gli enti di ricerca come l'Istituto Toniolo, che da anni si occupano di ricerca sull'universo giovanile, sono i soggetti privilegiati che devono fornire queste risposte e traiettorie.




Il cantautore Eugenio Bennato ha portato una riflessione sulla tendenza contemporanea dei giovani di considerarsi cittadini del mondo. Questo ha portato i giovani a vivere l'esperienza dell'emigrazione con maggiore leggerezza, rispetto al passato quando le migrazioni erano obbligate dalla scarsa qualità della vita e dalle numerose criticità con cui i territori meridionali convivevano, non ultima la difficoltà di realizzazione personale e lavorativa. La creatività ha un ruolo fondamentale e contemporaneo, soprattutto nella storia della globalizzazione. Alla globalizzazione si oppone soprattutto il sud, con la sua arte: un giovane del sud deve prendere coscienza del vantaggio, e non solo degli svantaggi, che accompagna le sue origini, ovvero l'elemento forte identitario del meridione. Il rischio terribile è quello della scomparsa delle identità territoriali; nella musica questa tendenza è abbastanza evidente con la preponderante tendenza alla predominanza di suoni e lingue che appiattiscono l'offerta musicale. A questo si contrappone l'utilizzo di suoni e di dialetti che arrivano dal sud: soprattutto nel meridione i giovani autori musicali si rifanno ai suoni delle proprie radici per una riscoperta identitaria del territorio. La musica ha un ruolo fondamentale nella vita dei giovani, se questa viene vissuta in maniera corretta e non subita come massificazione dei gusti.