Politiche giovanili, Youth work e Terzo settore
Il giorno 3 aprile 2025 si è svolto, presso l'aula SSC 5 dell'Università degli Studi di Salerno, il seminario "Politiche giovanili, youth work e terzo settore".
L'evento è iniziato con i saluti istituzionali del direttore del Dipartimento di Scienze Politiche e della Comunicazione dell'Università degli Studi di Salerno, Gianfranco Macrì, il quale ha accolto i partecipanti sottolineando l'importanza dell'incontro e il ruolo cruciale che il dipartimento riveste nel promuovere il dialogo e la collaborazione tra accademia, istituzioni e giovani. Macrì ha espresso il suo entusiasmo per il convegno, evidenziando come iniziative come questa siano fondamentali per affrontare le sfide contemporanee che i giovani devono affrontare, e ha ribadito l'impegno dell'università nel sostenere l'inclusione, l'educazione e la partecipazione attiva dei giovani nella società.
Stefania Leone, professoressa ordinaria di Sociologia e Responsabile scientifico dell'Osservatorio Giovani OCPG dell'Università di Salerno ha introdotto i lavori presentando i diversi relatori del tavolo. Rivolgendosi a studenti, operatori, amministratori e rappresentanti istituzionali, la prof.ssa Leone ha introdotto la giornata sottolineando l'importanza di una riflessione condivisa sulle politiche giovanili. Nel suo intervento, ha presentato il concetto di "triangolo magico", uno schema utilizzato nella sociologia giovanile per descrivere la relazione tra istituzioni, ricerca e terzo settore. Tre ambiti rappresentati rispettivamente dagli ospiti del convegno: il dott. Sciscioli, Capo del Dipartimento delle Politiche Giovanili e del Servizio Civile Universale; la prof.ssa Rita Bichi, sociologa dell'Università Cattolica e membro dell'Osservatorio Giovani dell'Istituto Toniolo; il prof. Tiziano Salvaterra, docente all'Università di Trento e impegnato nel terzo settore. L'incontro mira a favorire un confronto basato su dati, ricerca ed esperienze. Secondo la Leone, è fondamentale coinvolgere direttamente i giovani, evitando approcci che parlino solo "di" loro e non "con" loro. Le politiche giovanili, infatti, dovrebbero fondarsi su una conoscenza approfondita e condivisa. Viene inoltre richiamata l'attenzione sulla figura dello Youth Worker, ritenuta centrale per intercettare i bisogni e supportare le nuove generazioni nell'intraprendere percorsi formativi e professionali; un ambito che può rappresentare sia uno sbocco lavorativo per i giovani, sia un'occasione di impegno civile. La prof.ssa Leone ha concluso l'intervento auspicando che il convegno diventi un'occasione concreta di confronto, in cui ognuno possa contribuire con il proprio punto di vista.
A seguire, ha preso parola il professor Paolo Piciocchi, docente ordinario di Management presso il Dipartimento di Scienze Politiche e della Comunicazione dell'Università di Salerno. Nel suo intervento ha proposto due spunti di riflessione rivolti soprattutto ai più giovani. Il primo riguarda il terzo settore, spesso considerato marginale e legato esclusivamente al volontariato o all'impegno civico. Piciocchi ne ha sottolineato invece il potenziale in termini di crescita professionale, in particolare per lo sviluppo delle soft skills, sempre più richieste nei contesti lavorativi attuali. Il secondo spunto riguarda l'uso dell'intelligenza artificiale nel campo sociale. Il professore ha invitato a vederla non come una minaccia, ma come uno strumento utile a supportare l'analisi dei bisogni e la costruzione di interventi più mirati, attraverso un approccio predittivo e strategico. Ha chiuso l'intervento con un incoraggiamento a guardare al terzo settore non come a un'alternativa di ripiego, ma come a un ambito in cui è possibile realizzarsi professionalmente, valorizzando sia le competenze relazionali sia quelle tecniche, all'interno di un percorso che coniuga dimensione personale e impatto sociale.
L'intervento della professoressa Rita Bichi, docente presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha offerto una riflessione approfondita sulla condizione giovanile contemporanea. Partendo dall'osservazione di come la giovinezza si stia prolungando e assumendo contorni meno definiti rispetto al passato, la prof.ssa ha evidenziato le profonde differenze tra le generazioni attuali e precedenti. Ha posto l'accento sulla vulnerabilità economica dei giovani, con un aumento della povertà e persistenti difficoltà nell'accesso al mercato del lavoro, che spesso si traduce in una permanenza prolungata nella casa dei genitori. In particolare, si è soffermata sulla Generazione Z, inizialmente molto attiva e impegnata, ma che oggi mostra segnali di disorientamento e fragilità psicologica, acuiti dagli effetti della pandemia. Per quanto riguarda la Generazione Alpha, la prof.ssa Bichi ha sottolineato come la forte esposizione al digitale stia contribuendo a trasformare le modalità relazionali, con il rischio di rapporti più superficiali e la diffusione di fenomeni come il cyberbullismo. Un altro tema affrontato è stato quello della denatalità, con un tasso di nuove nascite ai minimi storici e un innalzamento dell'età media per il primo figlio. Secondo la Bichi, le misure pro-natalità non possono essere efficaci se non accompagnate da un cambiamento culturale che promuova una più equa distribuzione del lavoro di cura e una reale possibilità di conciliazione tra vita privata e lavoro. In conclusione, la professoressa ha evidenziato la necessità di politiche coordinate e integrate, che coinvolgano istituzioni, enti del territorio e associazioni, superando le frammentazioni attuali per affrontare in modo più efficace le sfide che riguardano le nuove generazioni.
Il professor Tiziano Salvaterra, esperto di politiche giovanili e fondatore della cooperativa Orizzonte Giovani, ha portato al convegno un contributo centrato su approcci, attori e alleanze per operare efficacemente nel campo del lavoro con i giovani. Ha raccontato come il suo impegno sia iniziato negli anni '90, rilevando nel tempo una crescente difficoltà per molti ragazzi, in particolare quelli che vivono in aree periferiche, nel trovare punti di riferimento e sostegno. Presentando l'attività della sua cooperativa, Salvaterra ha ribadito l'importanza di "lavorare con i giovani, non per i giovani", al fine di orientare le loro pratiche quotidiane. Secondo il professore, i giovani non costituiscono un gruppo omogeneo, ma piuttosto una "galassia" di esperienze differenti, e il compito degli adulti è accompagnarli con strumenti di ascolto, orientamento e supporto, senza imporre percorsi già tracciati. Nel suo intervento ha individuato tre ambiti chiave che condizionano i percorsi giovanili. Il primo è il micro-contesto, che può offrire opportunità ma anche rappresentare un limite, soprattutto in presenza di situazioni di fragilità. Il secondo riguarda il sistema formativo, che pur con le sue criticità, resta un elemento centrale per l'acquisizione di competenze. Il terzo ambito è quello dell'educazione informale, che include sport, associazionismo e utilizzo della tecnologia, e che riveste un ruolo crescente nella vita dei ragazzi. Salvaterra ha inoltre posto l'attenzione sulla condizione spesso precaria degli operatori del terzo settore, sottolineando la necessità di un riconoscimento maggiore del loro lavoro e della loro formazione. Troppo frequentemente, ha osservato, si affida un ruolo educativo a persone non adeguatamente preparate. Tra i punti finali del suo intervento, ha richiamato l'importanza di sostenere anche le famiglie attraverso politiche più strutturate per la genitorialità. Ha concluso sottolineando l'urgenza di una governance più coordinata delle politiche giovanili, che sappia ridurre la frammentazione e la burocrazia, permettendo ai giovani di essere davvero protagonisti dei loro percorsi.
Il dott. Francesco Piemonte, dottorando del Dipartimento di Scienze Politiche e della Comunicazioneha, sottolineato come la figura dello Youth worker sia oggi "formalmente riconosciuta" nel catalogo delle competenze della Regione Campania, grazie alla legge regionale n. 26 del 2016 sulle politiche giovanili. Tuttavia, ha evidenziato una "contraddizione": nonostante il riconoscimento, pochissimi enti formativi hanno attivato corsi specifici per questa figura professionale, lasciando il compito al mondo accademico e al terzo settore. Ha sottolineato come gli enti formativi continuino a puntare su figure professionali più tradizionali (come OSS o OSA), ignorando le nuove esigenze del mercato del lavoro. Questo comportamento penalizza chi vuole intraprendere nuovi percorsi professionali legati al terzo settore e alla comunicazione digitale. Secondo Piemonte, c'è poca consapevolezza delle reali opportunità offerte dal terzo settore, e le associazioni non sono ancora percepite come veri attori professionali. Da qui l'importanza del lavoro dell'Osservatorio e della cattedra universitaria dedicata, che cerca di sensibilizzare gli studenti su questo tema. Ha concluso incoraggiando i giovani a informarsi attivamente, rivolgendosi ai CSV (Centri Servizi per il Volontariato) e ai portali del terzo settore, sui quali iniziano a comparire offerte di lavoro concrete. Ha inoltre sottolineato che le figure professionali richieste non devono per forza essere altamente specializzate, ma devono avere un profilo dinamico e trasversale, arricchito da volontariato ed esperienze pratiche.
A seguire, il Dott. Andrea Orio, dottorando e membro dell'Osservatorio Giovani OCPG del Dipartimento di Scienze Politiche e della Comunicazione dell'Università di Salerno, ha focalizzato il suo intervento sulle nuove frontiere dello Youth Work e sull'esigenza di ripensare le categorie utilizzate nell'ambito dell'animazione socio-educativa. Orio ha sottolineato l'importanza di spostare l'attenzione dalle competenze alle persone, ribadendo la necessità che gli youth workers si pongano come soggetti intermedi tra i giovani beneficiari e le altre figure adulte di riferimento, con cui collaborare e dialogare per supportare i percorsi di crescita personale e di coinvolgimento dei giovani nella vita pubblica. Un aspetto centrale del suo intervento è stato l'integrazione tra educazione formale e youth work, che sono mondi dai confini ibridi, ma che necessitano di connettersi per sostenere tutti i target giovanili. Il Dott. Orio ha fatto riferimento al progetto Europa+Vicina come esempio di apprendimento non formale in un contesto universitario, evidenziando le metodologie e i risultati che ne derivano come strumenti utili per promuovere un'educazione giovanile più inclusiva e partecipativa.
L'ultimo intervento della giornata è stato affidato al Dott. Michele Sciscioli, capo del Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ha aperto il suo contributo condividendo alcuni passaggi della sua intensa settimana lavorativa, tra Cagliari, Bruxelles e Salerno, a dimostrazione dell'attenzione crescente - anche a livello europeo - verso le aree periferiche e rurali, spesso marginalizzate, ma da tempo al centro di dinamiche complesse. Sciscioli ha osservato che, sebbene il fenomeno dello spopolamento sia presente anche in Italia, nel nostro paese assume caratteristiche meno accentuate rispetto ad altri contesti europei, in parte grazie alla capillarità del sistema comunale. Tuttavia, ha posto l'attenzione su un altro aspetto critico: la percezione, da parte dei giovani, di un futuro professionale poco soddisfacente, che spesso alimenta la scelta di lasciare il paese. Ha raccontato, in questo senso, un episodio personale legato al proprio rientro in Italia dopo un'esperienza all'estero, inizialmente vissuto con diffidenza, poi trasformato in una scelta consapevole di impegno. Sciscioli ha rimarcato il valore del servizio civile come strumento di cittadinanza attiva e consapevole, ricordando anche l'introduzione di una riserva del 15% nei concorsi pubblici per coloro che lo completano senza demerito - un riconoscimento concreto del valore di questa esperienza. Ha concluso incoraggiando i giovani a investire nella formazione, sottolineando che nei prossimi anni si apriranno numerose opportunità di lavoro nel settore pubblico, anche grazie al progressivo pensionamento del personale attualmente in servizio. Il suo intervento si è chiuso con un invito diretto e motivante: "Fatevi trovare pronti. Presto saremo noi, come istituzioni, a cercare voi."
Il convegno si è concluso con un momento di dialogo con gli studenti presenti in sala che hanno rivolto alcune domande ai relatori sui temi affrontati.