Giovani e famiglie al tempo del coronavirus
Si è tenuto giovedì 7 maggio 2020 alle ore 20:30, sulla pagina facebook della Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale - Sez. San Tommaso, il quarto e ultimo webinar della serie "Giovani e famiglie al tempo del coronavirus", coordinato da Padre Pasquale Incoronato e Francesco Del Pizzo e a cui hanno partecipato come ospiti:
- Maria Luisa Iavarone: docente di pedagogia generale, Università Parthenope Napoli;
- Stefania Leone: docente di sociologia e responsabile scientifico Osservatorio Giovani OCPG, Università degli Studi di Salerno
- Grazia Buccelli: assessore alle politiche giovanili del comune di Portici.
Nell'ambito di una riflessione generale sulle conseguenze dell'emergenza sanitaria in corso, gli interlocutori hanno declinato i concetti di "presente", "futuro", "speranza", "paura" ciascuno da diverse prospettive e affrontando diversi temi quali il ruolo delle agenzie formative (scuola, famiglia, chiesa), l'organizzazione sociale delle responsabilità, i giovani come risorsa, etc.
La Prof.ssa Iavarone, docente di pedagogia generale all'Università degli Studi Parthenope di Napoli, ha messo in luce gli aspetti problematici derivanti dal lockdown sugli studenti della scuola primaria, con particolare riferimento ai bambini già svantaggiati da situazioni di disuguaglianza e che soffrono la disparità nella distribuzione delle opportunità formative. La riconfigurazione della didattica attraverso contributi disciplinari a distanza rischia di stravolgere nel lungo periodo non solo le abitudini di apprendimento ma anche l'immaginario emotivo dei più giovani, con conseguenze osservabili solo nel futuro. Si parla di effetti di deprivazione sociale per i bambini che, in questo contesto, si trovano privati non solo del rapporto formativo con l'insegnante ma anche dei propri rituali quotidiani, delle interazioni sociali, delle attività, delle proprie piccole autonomie. Il prolungarsi delle misure di distanziamento sociale e di ripresa delle attività in presenza solo a settembre, secondo la prof.ssa, consoliderà il danno cognitivo soprattutto in quella fascia di bambini già svantaggiata di partenza. Un segnale in tal senso è anche dato dalla ripresa delle attività a inizio maggio che è stata molto blanda a dimostrare una tendenza ad adagiarsi e abbandonarsi alla situazione precedente di chiusura e paura. Per questi motivi vi è l'esigenza di potenziare i servizi di assistenza all'infanzia all'interno di uno scenario in cui la scuola dovrebbe essere posta al centro dell'agenda politica.
La Prof.ssa Leone, docente di sociologia e responsabile scientifico dell'Osservatorio Giovani OCPG del Dipartimento di Scienze Politiche e della Comunicazione dell'Università degli Studi di Salerno ha invece focalizzato l'attenzione sui nuovi fenomeni sociali che stanno emergendo in questo periodo storico, anche in un'ottica di possibilità e con riferimento al mondo degli operatori giovanili. Poter ricorrere a strumenti digitali per creare nuovi contesti di discussione e dibattito, restando tra le proprie mura domestiche, ha prodotto uno sconfinamento degli spazi, cioè ha reso più scontata la differenza tra spazi i cui confini erano precedentemente più definiti: si pensi alla contaminazione tra spazio privato/domestico e spazio scolastico con l'avvento delle modalità di didattica a distanza. Questo superamento dei confini ha rappresentato una necessità per youth workers, associazioni di volontariato e operatori giovanili per proseguire con i propri lavori, ripensando drasticamente le proprie modalità operative. Sul punto, la prof.ssa Leone riporta come testimonianza l'esperienza di due realtà attive nel sociale: la cooperativa Il Tappeto di Iqbal, operante nel quartiere di barra a Napoli, e il centro TAU di Palermo. Entrambe le realtà in questi mesi hanno cercato di entrare nelle case dei propri beneficiari, coinvolgendoli e interagendo con loro in modo più diretto e immediato.
Sebbene le difficoltà siano innegabili siamo all'interno di uno scenario privo di certezze, dove le domande superano le risposte. Pertanto è possibile pensare alla fine del lockdown non necessariamente come a un ritorno alle modalità pre-esistenti, bensì come alla possibilità di adottare nuovi modelli educativi che possano produrre un cambiamento e stimolare sempre più alleanze tra i vari attori coinvolti nei processi sociali.
Infine, l'Assessore alle Politiche Giovanili del Comune di Portici, Grazia Buccelli, partendo dalla propria esperienza, è entrata nel merito degli aspetti di pertinenza politica al tempo dell'emergenza sanitaria e sul ruolo centrale svolto dai giovani in questo contesto. Crisi di questo tipo possono produrre anche conseguenze positive nella misura in cui avvicinano i giovani alla politica. Il comune di Portici ha infatti vissuto un aumento della responsabilità e delle iniziative di sostegno e supporto che hanno visto i giovani attivarsi in prima linea: corsi formativi e consulenze di orientamento da parte dell'Informagiovani ma anche campagne di sensibilizzazione per donare il sangue, banchetti della solidarietà per il sostegno alimentare, raccolte fondi per i più deboli, etc. La speranza è quella di una nuova sensibilità, che possa non esaurirsi nel lockdown ma durare oltre come esempio per le future generazioni.