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Osservatorio Giovani OCPG

Nuove Generazioni. Altre Generatività

Si è tenuto, nei giorni 24 e 25 febbraio 2017 presso lo Smart Lab di Rovereto, il Convegno "Nuove Generazioni Altre Generatività", secondo appuntamento nazionale rivolto a chi opera nell'ambito delle politiche giovanili e organizzato da Animazione SocialeProvincia Autonoma di Trento - settore Politiche giovanili e AssociaAnimazione.

 

Entrambe le giornate sono state articolate in due momenti: una prima fase di plenaria con la partecipazione di tutti gli operatori e la presenza di relatori e professionisti del settore e una seconda fase dedicata ai laboratori di analisi di esperienze, costituiti da gruppi di 20/30 persone accompagnate da un coordinatore, un discussant e un testimonial. I laboratori erano 16, ciascuno con un tema diverso, avente ad oggetto una progettualità innovativa realizzata da gruppi giovanili di diversi territori.

 

La plenaria del 24 febbraio, coordinata da Francesco D'Angella, ha visto l'intervento di Andrea Marchesi, consulente pedagogico, che ha evidenziato quanto questo sia un momento di cambiamento critico per le politiche giovanili e quanto sia necessario da parte degli operatori cambiare sguardo e non anteporre strutture precostituite per rispondere ai bisogni emergenti dei giovani. Ha precisato che lo scopo del convegno non è quello di dare risposte e soluzioni ma spunti di riflessione per intraprendere nuovi percorsi, nuove frontiere di collaborazione e condivisione. In tal senso, ha spiegato Marchesi, si inseriscono i laboratori esperenziali, ovvero progettualità agli albori portati avanti da giovanissimi che, ci si augura, possano fornire altri punti di vista e sconfinare dalle politiche giovanili. L'esperimento consisterà nel capovolgere i ruoli: i giovani porteranno, agli operatori e agli amministratori delle politiche giovanili, le proprie esperienze come esempi di buone pratiche e progettualità possibili.

 

E' intervenuta Luigina Mortari, docente di pedagogia all'Università di Verona, che ha incentrato il proprio discorso sul concetto della cura, intesa come antidoto alla violenza e come capacità di uscire dall'indifferenza e ascoltare l'altro. Oggi più che mai, a partire dall'educazione nelle scuole dove non si insegna più a pensare ma si riempie la mente dei bambini di nozioni senza aiutarli ad avere un proprio pensiero, c' è il pericolo di smettere di pensare e di sentire l'altro, cadendo nell'indifferenza e sfociando nella violenza. La nostra - dice la Mortari - è una società fragile ed è necessario che la politica si prenda cura dei giovani, uscendo da una logica di economicità e di rincorsa unicamente ai costi e benefici, recuperando il senso della gratuità.

 

E' intervenuta Roberta Carlini, autrice del libro "Come siamo cambiati" che ha evidenziato quanto la condizione giovanile attuale sia drammatica sia da un punto di vista occupazionale che sociale, in quanto la crisi del 2008 non si è mai arrestata in Italia rispetto agli altri paesi europei e questo ha determinato conseguenze economiche e sociali importanti di immobilità sociale dei giovani che non riescono a uscire dal proprio nucleo familiare e a rendersi autonomi dai propri genitori.

 

L'ultimo intervento è stato quello dell'architetto Stefano Boeri, che ha parlato di città e anti-città, intesa come assenza di varietà e opportunità di relazioni, della capacità generativa dei luoghi, del concetto di periferia, intesa non solo come distanza geografica dal centro ma anche come difficoltà di accesso, da parte di chi vi abita, ai servizi e alla mobilità.

 

Chiusa la fase plenaria si è passati alla partecipazione ai laboratori esperienziali. L'Osservatorio Giovani OCPG ha preso parte al laboratorio n. 12 dal titolo "L'inserzione critica nella realtà: dal fare all'agire politico", coordinata da Miguel Belletti, Discussant: Vincenza Pellegrino, Esperienza: Associazione L'égalitè di Sarzana (Sp) con la partecipazione del giovanissimo presidente Francesco Baruzzo.

L'impostazione del laboratorio è stata innanzitutto quella di far emergere dai partecipanti riflessioni in merito ai concetti esposti in plenaria e calati nella realtà territoriale. Dopo un primo giro di presentazioni in cui ciascun partecipante ha spiegato il proprio ruolo nell'ambito delle politiche giovanili e la motivazione della scelta del laboratorio specifico, si è passati al racconto dell'esperienza dell'associazione L'égalitè - che significa non solo legalità ma anche uguaglianza, memoria e impegno - da parte di Francesco Baruzzo.

 

La testimonianza è stata molto interessante in quanto è emerso con chiarezza come un'associazione composta da giovanissimi sia stata in grado, in un comune piccolo come Sarzana, di portare avanti progetti incentrati sull'educazione alla legalità, senza il ricorso ad alcuna forma di finanziamento pubblico ma unicamente realizzati da volontari con il solo supporto di donazioni spontanee. Non senza criticità e difficoltà nell'interagire e rapportarsi con le istituzioni spesso lente nel dare risposte, è emersa la voglia da parte di questi giovani di interagire e collaborare con le istituzioni per realizzare progetti di utilità sociale in contrapposizione alla filosofia di pensiero di rottura e contrasto e sfiducia nelle istituzioni che spesso porta i giovani a rinunciare ai propri progetti di fronte all'assenza/indifferenza dei politici e amministratori locali. L'esperienza di L'égalitè mostra come una collaborazione tra cittadini e istituzioni sia possibile, come l'assenza di un interesse economico possa portare a risultati soddisfacenti, mantenendo una propria autonomia di pensiero all'insegna della gratuità.

 

La plenaria del 25 febbraio ha visto la partecipazione della sociologa Ivana Pais, che ha parlato di sharing economy come forma alternativa alla crisi economica, un modo nuovo per rispondere ai bisogni sociali emergenti, per sentirsi protagonisti del ciclo economico non solo come consumatori. La sharing economy non eliminerà ovviamente l'economia tradizionale, ma - dice la Pais - si deve pensare a queste innovazioni come a modelli complementari, che si vanno ad affiancare a quelli esistenti e possono portare benefici sociali ed economici anche importanti.

 

E' intervenuta infine la sociologa Vincenza Pellegrino che ha incentrato il suo intervento sul concetto di democrazia partecipata orientata a far emergere e progettare una visione collettiva di futuro partendo dal presente, per poi ri-legittimare una visione utopica su un futuro desiderato. L'utopia dice la Pellegrino viene poi rielaborata e riformulata, affinché dalla visione si possano costruire strategie e progettualità che permettano di affrontare, partendo dal presente, la strada verso l'orizzonte auspicato. 

 

 

Chiusa la plenaria si è tornati all'esperienza laboratoriale. Il coordinatore ha chiesto ai presenti di dividersi in 5 sottogruppi per far emergere riflessioni e domande da porre alla discussant, Vincenza Pellegrino, che partendo dalle riflessioni dei singoli partecipanti, ha provato a tirare le fila delle considerazioni emerse nella due giorni di convegno.