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Osservatorio Giovani OCPG

Condizione giovanile nel Cilento interno: prospettive e sviluppo

A Laurino il 5 aprile 2025 si è tenuto l'evento "Condizione giovanile nel Cilento interno: prospettive e sviluppo", organizzato del Coordinamento Provinciale dei Forum dei Giovani della Provincia di Salerno e dal Forum dei Giovani di Laurino, con il patrocinio del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, della Regione Campania e di altre istituzioni locali.e non tra cui l'Osservatorio Giovani OCPG PoliCom Università degli Studi di Salerno che oltre a patrocina l'evento ha partecipato alla Tavola rotonda.


L'evento si è aperto con i saluti di Gianluca Tommasino, Coordinatore del Forum dei Giovani di Laurino, che ha espresso la sua soddisfazione nell'ospitare un evento così importante nel suo paese. Tommasino ha sottolineato come questa occasione rappresenti un'opportunità per portare all'attenzione le sfide e le prospettive delle aree interne del Cilento, creando uno spazio di confronto tra giovani, istituzioni e realtà locali. Ha evidenziato l'importanza di coinvolgere la comunità nella costruzione di un futuro sostenibile per il territorio, favorendo la crescita e lo sviluppo delle giovani generazioni.


In seguito è intervenuto Girolamo Auricchio, Presidente della SNAI "Cilento Interno", ha denunciato la mancanza di rappresentanza politica per le aree interne, sottolineando l'assenza di interlocutori capaci di risolvere le esigenze di questi territori. Ha evidenziato come molte iniziative, pur essendo sostenibili, non siano efficaci a causa della mancanza di volontà politica. Ha anche criticato l'iniquità del sistema fiscale che penalizza gli artigiani e piccoli imprenditori delle aree interne, proponendo forme di fiscalità di vantaggio per incentivare lo sviluppo locale. Auricchio ha poi parlato della crisi sanitaria, con la carenza di medici nelle aree interne, e ha chiesto incentivi per i professionisti che decidono di lavorare in queste zone. Ha inoltre ricordato le "portinerie di comunità", un'iniziativa che ha portato servizi di prossimità a 29 comuni, e ha messo in luce lo spopolamento crescente delle aree interne. Ha concluso auspicando una legge specifica per il reclutamento di medici nelle aree del Sud Italia.


Rosario Madaio
ha spiegato che l'incontro fa parte di un ciclo di appuntamenti itineranti promossi dal Coordinamento provinciale dei Forum dei Giovani di Salerno, con l'obiettivo di creare un manifesto politico condiviso per le aree interne, che sintetizzi le esigenze dei territori marginali e rurali. Ha sottolineato l'importanza di trasformare questi incontri in momenti concreti di programmazione, con una visione operativa, e ha ribadito la centralità della fiscalità di vantaggio per favorire l'economia dei piccoli comuni e sostenere i giovani imprenditori. Madaio ha evidenziato che oltre 5.000 comuni italiani sono considerati "aree interne", una questione che richiede un'azione politica coordinata, inclusa una legge specifica per tutelare queste comunità. Ha anche sottolineato la necessità di affiancare al confronto politico una solida base di ricerca scientifica, come quella dell'Osservatorio Giovani dell'Università di Salerno.


È intervenuto anche Giovanni Guzzo, Vicepresidente della Provincia di Salerno, ha sottolineato l'importanza di affrontare il tema delle aree interne non solo parlando, ma confrontandosi direttamente con le comunità. Ha evidenziato la duplice crisi di denatalità e fuga dei giovani, che colpisce questi territori, e ha sottolineato la necessità di politiche strutturali per sostenere la condizione femminile e incentivare il ritorno dei giovani. Ha ricordato che molti giovani della provincia scelgono università fuori dalla Campania, spesso non ritornando, e ha sollevato interrogativi sulla qualità e opportunità offerte dal sistema educativo locale. Guzzo ha poi evidenziato il ruolo del Coordinamento provinciale dei Forum dei Giovani, una realtà radicata e viva, capace di promuovere la partecipazione giovanile e di superare il campanilismo. Ha concluso con un invito a lavorare in rete tra i territori, perché solo attraverso la cooperazione si può contrastare lo spopolamento e promuovere lo sviluppo delle aree interne.


Giuseppina Renna
, animatrice territoriale ha presentato un'analisi dettagliata degli incontri tematici con giovani e attori locali, incentrati su un modello partecipativo. Gli incontri hanno rivelato che la decisione di restare nei territori interni è spesso legata a motivazioni affettive e al desiderio di un futuro, seppur difficile. È emerso anche il tema del ritorno, con molti giovani che tornano per investire competenze maturate altrove. Renna ha sottolineato l'importanza dell'attrattività del territorio, valorizzando le bellezze naturali e tradizioni, ma ha evidenziato la carenza di trasporti, servizi e mobilità. Un altro problema significativo è la sfiducia tra generazioni, che spinge i giovani ad andare via. Ha enfatizzato l'urgenza di creare nuovi spazi di dialogo intergenerazionale e ha citato il "Manifesto delle giovani aree interne", che raccoglie le problematiche comuni delle aree marginali emerse post-Covid.


È intervenuta poi Claudia Capone, dell'Osservatorio Giovani OCPG - Policom dell'Università di Salerno, che ha presentato alcuni dati e riflessioni frutto delle recenti ricerche condotte dall'Osservatorio sulle giovani generazioni nelle aree interne. I dati evidenziano un forte desiderio di restare nei propri territori, non per mancanza di alternative, ma per scelta consapevole di valorizzarli, con l'intento di "dare indietro" competenze ed esperienze acquisite altrove. Molti giovani, dopo aver studiato o lavorato fuori, si dedicano a progetti innovativi come l'agricoltura naturale e sostenibile, cercando di reinterpretare le tradizioni locali in chiave innovativa. Tuttavia, le difficoltà includono la sfiducia verso le istituzioni, ostacoli burocratici e una formazione non sempre in linea con le vocazioni locali. Capone ha auspicato una maggiore collaborazione tra ricerca, istituzioni e comunità locali per sfruttare il potenziale delle aree interne come laboratori di innovazione sociale, ma soprattutto una maggiore rete tra i giovani che decidono di restare nei loro paesi, per costruire un futuro condiviso e più forte.


Stefano Sansone
, Presidente della Comunità del Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, ha evidenziato l'importanza di tutelare il territorio e promuovere iniziative che possano attirare i giovani, creando un legame tra la bellezza naturale del Cilento e le opportunità di sviluppo sostenibile. Ha sottolineato come il Parco, con le sue risorse ambientali e culturali, rappresenti un'opportunità per i giovani di restare, investendo nelle tradizioni e nel turismo responsabile.


E intervenuto poi Carmelo Stanziola, Vice Presidente del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, ha parlato della necessità di garantire il coinvolgimento dei giovani nella gestione del patrimonio naturale, per stimolare la loro partecipazione attiva. Ha sottolineato che la tutela del Parco e delle sue risorse deve andare di pari passo con politiche che favoriscano la permanenza dei giovani sul territorio, creando opportunità di lavoro e crescita in linea con le peculiarità locali.


In seguito Carmine Casella, Presidente della Comunità Montana "Calore Salernitano" e dell'Unione dei Comuni "Alto Calore", ha trattato il tema della difficoltà di sviluppo e della necessità di promuovere politiche che favoriscano l'inclusione dei giovani nei processi decisionali e nelle progettualità locali. Ha evidenziato come la cooperazione tra i comuni possa essere fondamentale per creare sinergie che rispondano ai bisogni dei giovani, creando percorsi di crescita e opportunità lavorative.


Infine, Michele Cammarano, Presidente della Commissione "Aree Interne" della Regione Campania, ha parlato dell'impegno della Regione nel supportare le aree interne, con particolare attenzione alla creazione di politiche mirate che favoriscano l'inserimento lavorativo dei giovani e li incoraggino a restare. Ha sottolineato che è necessario un impegno costante per garantire che i giovani non vedano le aree interne come luoghi di abbandono, ma come territori dove possono prosperare attraverso la valorizzazione delle risorse locali.