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Osservatorio Giovani OCPG

Ricerca e territorio: condivisione di percorsi tra università e Crea

Il 9 e 10 ottobre 2024 si è tento, presso l'Università degli Studi di Salerno, l'evento "Ricerca e territorio: condivisione di percorsi tra Università e Crea", organizzato dal CREA-PB e dall'Università degli Studi di Salerno, in collaborazione con l'Osservatorio Giovani OCPG del Dipartimento di Scienze Politiche e della Comunicazione (PoliCom)

 

Durante la due gioni sono state illusrate le finalità e le attività istituzionali del CREA ente che, direttamente o per conto del Ministero vigilante, promuove iniziative scientifiche e tecnologiche con l'obiettivo di valorizzare e potenziare il confronto internazionale, attraverso la stipula di accordi bilaterali o multilaterali.

 

La prima giornata è stata introdotta dai saluti istutzionali a cura del Direttore del DISPC, Virgilio D'Antonio e da Milena Verrascina, Rappresentante del Consiglio per la Ricerca in Agricoltura dell'Istituto CREA-PB, che hanno evidenziato il legame tra il CREA e l'Università finalizzato a creare percorsi formativi e didattici rivolti ai giovani, ai neolaureati e agli aspiranti ricercatori. L'obiettivo è quello di promuovere una didattica orientata all'applicazione pratica, favorendo una vera e propria sinergia tra le due istituzioni, in modo da contaminare positivamente il mondo accademico con quello della ricerca.

 

Nel corso della prima sessione la prof.ssa Stefania Leone, Direttore Scientifico dell'Osservatorio Giovani dell'Università degli Studi di Salerno, ha preso la parola per sottolineare l'importanza della diffusione del sapere in funzione della professionalizzazione, con un focus su politiche e bioeconomie. Ha inoltre sviluppato un'analisi delle dinamiche economiche e sociali in diversi settori.

Successivamente, la prof.ssa Leone ha illustrato i percorsi realizzati in collaborazione con la dott.ssa Daniela Storti, ricercatrice senior del CREA e Direttrice della Scuola Giovani Pastori, attiva dal 2020. In particolare sono stati illustrati i percorsi di ricerca quali-quantitativa "Giovani Dentro", quelli qualitativi "Presidi di comunità" e "Progetti Residenti Sud", nonchè il percorso di ricerca-azione "Scuola Giovani Pastori". A questi si aggiungono i percorsi di supporto al policy making come "Audizioni Regione Campania", "Commissione Speciale Aree Interne" e "Relazioni scientifiche", oltre alle attività di disseminazione tramite convegni, seminari e pubblicazioni. Questi progetti di ricerca hanno creato una rete di collaborazione con enti istituzionali, università, istituti di ricerca nazionali e internazionali e soggetti privati, rafforzando l'impatto delle iniziative.

 

Il seminario ha visto la partecipazione di giovani ricercatori, che hanno condiviso la loro esperienza rispondendo a tre domande principali: come si è formata la loro professionalità, quali sono gli argomenti di cui si occupano e quale rete di networking hanno sviluppato.

Francesca Moino, ricercatrice del CREA, ha raccontato la sua formazione in Scienze delle tecnologie agrarie e il suo lavoro presso il CREA su politiche agricole, bioeconomia e risorse idriche. Ha poi partecipato a progetti di raccolta ed elaborazione dati sull'economia agricola in Italia, approfondendo l'importanza dell'inserimento nei gruppi di ricerca.

 

Francesca Varia, ricercatrice presso l'Istituto Nazionale di Economia Agraria, ha sottolineato come la propria formazione sia il frutto di incontri avuti lungo il percorso, in particolare con la Società Italiana di Economia Agraria (SIDEA), la Strategia Nazionale Aree Interne (SNAI) e il Centro Ricerche Economiche e Sociali per il Meridione, tutti focalizzati sullo sviluppo territoriale e sostenibile.

 

Antonio Papaleo, ricercatore del CREA, si occupa di politiche agricole e del Piano Strategico della PAC per la tutela del suolo e il sostegno agli agricoltori. Giuseppe D'Amore, laureato in Economia e Commercio, ha presentato una ricerca sui policy maker, concentrandosi sul PSR della Regione Campania con obiettivi legati a competitività, sostenibilità e sviluppo territoriale.

 

Teresa Lettieri, laureata in Scienze Agrarie, ha condiviso riflessioni sulla scelta del percorso di specializzazione, ponendo agli studenti la domanda "È davvero questa la scelta giusta?", mentre Alice Carlotta Tani ha raccontato la sua difficoltà nel trovare una propria dimensione tra specializzazione e ricerca operativa.

 

Infine, Laura Mirra, ha espresso il desiderio di intraprendere un percorso accurato di ricerca con un'attenzione internazionale. Tutti i ricercatori hanno evidenziato come la rete di networking si sviluppi tramite convegni, master e attività di cooperazione.

 

La rete di networking per tutti i ricercatori si fonda attraverso differenti momenti, quali convegni, master e attività di cooperazione.

 

La seconda giornata è stata introdotta dalla prof.ssa Giorgia Iovino e dalla Dott.ssa Teresa Lettieri, che hanno presentato diverse dimensioni di ricerca sviluppate all'interno di percorsi di dottorato universitari. L'intervento introduttivo è stato affidato ad Alessandro Monteleone, primo ricercatore del CREA ed esperto di economia e politica agricola, con un focus sulla programmazione, attuazione, monitoraggio e valutazione delle politiche rurali.

 

Monteleone ha espresso il desiderio, attraverso il laboratorio di europrogettazione, di trasmettere una parte della propria esperienza al mondo accademico, inserendosi nel progetto "Rete Nazionale". Il suo approccio si fonda su due pilastri: il coinvolgimento attivo dei giovani e la condivisione di ricerche approfondite che vadano oltre il contenuto dei libri di testo, contribuendo così alla formazione di una nuova generazione di esperti.

 

Durante la seconda sessione, si è entrati nel vivo delle ricerche sviluppate nell'ambito dei percorsi di dottorato universitario. La prima presentazione è stata curata da Daniele Bagnoli, che ha offerto una panoramica sulle aree interne e i distretti agricoli, illustrando le linee di ricerca attualmente in corso. La sua indagine si è focalizzata sulla provincia di Benevento, in un periodo caratterizzato da difficili condizioni climatiche che hanno messo a dura prova gli agricoltori, costretti a fronteggiare una stagione particolarmente critica. Bagnoli ha utilizzato diverse metodologie analitiche, tra cui l'analisi geostatistica, supportata da rappresentazioni cartografiche, e l'analisi qualitativa dei documenti di programmazione presentati dai distretti agricoli alla Regione. Inoltre, ha condotto interviste semi-strutturate per raccogliere dati qualitativi, concentrandosi in particolare su due distretti del cibo del Beneventano: il Distretto Rurale (DIR) Terra Sannita e il Distretto Agroalimentare di Qualità (DAQ) Sannio Vino Olio e Ortofrutta. L'obiettivo della ricerca è stato quello di analizzare le caratteristiche, le strategie e le modalità di governance di questi distretti, al fine di valutare le possibilità di trasformazione e sviluppo dei sistemi agricoli locali.

 

Roberto Cagliero ha posto un interrogativo sulla valutazione delle performance delle aziende agricole e sulla elaborazione di politiche di settore e territoriali con dati concreti e affidabili. La risposta è la RICA, Rete di Informazione Contabile Agricola, che costituisce un'importante fonte informativa per diversi soggetti rispondendo ad un'ampia gamma di bisogni informativi. Si tratta di un'indagine condotta dal 1968 in tutti gli Stati Membri incentrata nella raccolta dei dati tecnici ed economici delle aziende agricole. È possibile usarla attraverso analisi di contesto, impact assessment, analisi di scenario, analisi del rischio, effetti distributivi, analisi settoriali e/o territoriali e analisi di "benchmarking".

 

Gabriella Maselli ha presentato la sua ricerca sui valori fondiari illustrtando tre principi fondamentali: le caratteristiche infrastrutturali, le variabili sociodemografiche e la produttività del territorio. L'obiettivo è la correlazione di due misure, sincronica e diacronica. La misura dei livelli di correlazione è un punto di partenza per ulteriori ricerche finalizzate a generalizzare i rapporti funzionali tra valori dei suoli agricoli e variabili socioeconomiche attraverso la scrittura di una funzione di valore.

 

Andrea Orio, dottorando del Dispc Unisa e ricercatore presso l'Osservatorio Giovani Unisa, ha presentato i risultati di alcune ricerce condotte sui giovani abitanti delle aree interne. In primis è partito dal progetto nazionale, promosso da Riabitare l'Italia, "Giovani dentro" un'indagine condotta per indagare realtà e prospettive della popolazione compresa tra i 18 e i 39 anni che vive nelle aree interne italiane. L'obiettivo è stato comprendere le motivazioni che spingono i giovani ad abitare o lasciare i territori del margine e quali possano essere le opportunità offerte a livello economico e sociale da queste aree. Il dott. Orio ha poi parlato di ulteriori percorsi di ricerca sviluppati e condotti in alcune regioni del Mezzogiorno con un approccio qualitativo attraverso interviste in profondità semi strutturale volte ad approfondire il percorso biografico, le scelte residenziali, la percezione del territorio e delle risorse locali, gli stili di vita e le progettualità dei giovani restanti.

 

Alfonso Conte ha affrontato la tematica di vocazione agricola e identità dei paesi del Mezzogiorno attraverso una prima indagine svolta durante il corso di Laurea Magistrale in "Storia contemporanea delle identità territoriali" utilizzando il libro di testo di M. Rossi Doria "Scritti sul Mediterraneo" che assiste a una rivoluzione epocale. Durante il '51, nelle aree collinari e montane del Mezzogiorno si verifica una riduzione di 1\3 della popolazione. Prima di questa riduzione il 70% degli abitanti erano dediti all' agricoltura, settore che si è ridotto notevolmente nel corso dei decenni. I dati mostrano come man mano che diminuisce la popolazione, diminuiscono anche gli addetti all'agricoltura. Sembrerebbe un'osservazione banale ma, in realtà, sia come dibattito culturale che politico questo dato non viene per nulla analizzato.

 

Mario Testa ha raccontato di due progetti incentrati sulle rivoluzioni industriali che hanno portato all'applicazione delle tecnologie abilitanti in agricoltura. La prima ricerca si basa sulla pastorizia, nata da una serie di rapporti intrattenuti in Kenya, Africa Orientale, paese perennemente in crisi; e la seconda si basa sull'agricoltura nata dalla contaminazione da aflatossine nel grano, nei paesi tropicali e sud tropicali molto umidi.

 

Infine, è intervenuto Paolo Piciocchi che ha posto l'accento sulla relazione tra Università, CREA e Parchi come "motori di sostenibilità". Il contributo di questi enti è quello di fare rete, ridefinendo quello che è il rapporto tra giovani e agricoltura attraverso strumenti innovativi per realizzare sinergie.

 

Il seminario si è concluso con l'organizzazione di gruppi di lavoro e strutturazione di simulazioni per attivare percorsi virtuosi di sviluppo sostenibile dei territori.