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Osservatorio Giovani OCPG

Welfare & Mezzogiorno

Il 30 e 31 maggio 2024 si è svolto presso l'aula FOA dell'Università degli Studi di Salerno, il seminario Welfare e Mezzogiorno, organizzato dai dipartimenti DISPS, DISPC e DISUFF.

La sessione inaugurale del seminario dedicato al benessere e alle problematiche del Sud Italia è stata aperta da Paola Aiello, direttrice del dipartimento di scienze umane, filosofiche e della formazione, la quale ha sottolineato che il seminario si sarebbe focalizzato sul welfare come benessere collettivo e sulle sfide che affronta il Mezzogiorno d'Italia.

 

Gennaro Iorio, Direttore del dipartimento di studi politici e sociali, ha descritto la situazione critica del Sud mettendola al centro della riflessione e sottolineando come rappresenti uno dei più grandi divari nell'ambito dell'unificazione nazionale italiana. Ha evidenziato le tematiche del saldo fiscale e le problematiche specifiche della regione mediterranea.

 

Successivamente ha preso parola Paolo Zurla, Direttore centro studi e ricerche SPe ha ampliato il discorso riguardante le problematiche di spopolamento, evidenziando che non affliggono solo il Sud ma anche alcune aree del Nord Italia. Ha proposto lo sviluppo di gemellaggi tra città come possibile soluzione per promuovere l'uguaglianza.

 

Infine ha preso la parola il Direttore del dipartimento di scienze politiche e della comunicazione, Virgilio d'Antonio che ha evidenziato il peso politico della ricerca accademica e la rilevanza dell'articolo 3 della Costituzione Italiana sulla parità di trattamento sociale e sulla rimozione delle barriere economiche e sociali che limitano lo sviluppo umano e la partecipazione dei cittadini alla vita del paese. Ha messo in luce l'esigenza di sviluppare politiche istituzionali che indirizzino e promuovano un'esistenza libera dalle forme di marginalizzazione e disgregazione, in modo da incidere significativamente.

Il dibattito è ripreso con una seconda sessione coordinata da Serena Quarta docente dell'Università di Salerno che ha parlato del concetto di Welfare responsabile. Serena Quarta ha illustrato come tale modello di welfare miri a superare le barriere territoriali e ad adottare un approccio inclusivo che coinvolga tutti gli attori sociali e le persone che rappresentano il target delle politiche di welfare. Questo approccio responsabile tende a promuovere un benessere che abbraccia e integra lo sviluppo somatico e psicosociale degli individui, assicurando che le azioni intraprese abbiano un impatto diretto e concreto sul bene comune della popolazione.

Ha preso la parola Roberta T. di Rosa dell'Università di Palermo che ha posto l'accento su tre elementi chiave che caratterizzano il Welfare responsabile: Responsabilità, identificata come l'impegno a sentirsi parte attiva di una collettività e al contributo al benessere condiviso. Questo si traduce nell'adozione di comportamenti consapevoli volti al miglioramento del benessere comune; Capacità, intesa come lo sviluppo di potenzialità connesse al contesto territoriale insieme alla realizzazione di strumenti adeguati a sostegno del welfare. Tali strumenti dovrebbero essere progettati per facilitare il raggiungimento degli obiettivi di welfare nel rispetto delle peculiarità del territorio; Solidarietà, vista come l'elemento fondamentale che collega tutti i partecipanti del sistema di welfare. Si manifesta attraverso la condivisione e l'impegno a promuovere il bene collettivo, mirando a creare condizioni che migliorino la vita di tutti i membri della società.

Successivamente è intervenuto il professore Antonio Panico dell'Università di Taranto- LUMSA che ha portato al dibattito nuove prospettive sulle strategie per un Welfare responsabile nel contesto specifico del Mezzogiorno. Ha sottolineato la necessità di guardare al futuro anziché al passato, cercando nuovi dialoghi e collaborazioni nel campo del welfare. Ha enfatizzato l'importanza di impegno a lungo termine e la creazione di nuove opportunità virtuose attraverso iniziative progettuali. Queste dovrebbero promuovere la formazione di squadre regionali, grazie all'utilizzo di bandi pubblici, che lavorino insieme per migliorare i progetti socio-economici, occupandosi anche della gestione efficace dei fondi a disposizione. L'obiettivo finale è quello di responsabilizzare tutti gli attori coinvolti, stimolando così lo sviluppo di un sistema di welfare più dinamico e partecipativo nel Sud Italia.

Infine, sono intervenuti Sergio Severino e Giada Cascino dell'Università Kore Enna che hanno proposto prospettive e ambiti di intervento per un Welfare responsabile, puntando su iniziative che rafforzino la collaborazione tra i soggetti interessati. Hanno esposto l'importanza di estendere le proposte oltre il territorio della provincia di Enna, coinvolgendo associazioni in tutta la Sicilia. Hanno inoltre evidenziato la necessità di adempiere al mandato istituzionale e professionale degli assistenti sociali, valorizzando la loro funzione all'interno della comunità e promuovendo l'importanza dell'autovalorizzazione tramite la ricerca quantitativa. Tali interventi sono volti a creare un quadro più efficace e integrato per il welfare regionale, e a promuovere una maggiore partecipazione attiva e consapevole degli attori coinvolti.

 

Il professore Gennaro Iorio ha sintetizzato varie osservazioni emerse dall'incontro tra cui la limitata riflessione professionale tra i giovani e una ridotta autonomia professionale, osservando una tendenza, tra i meno esperti, ad avere confusione riguardo alle aspettative del loro ruolo, evitando di assumersi i compiti richiesti forse per la percezione di non ritenere queste attività di rilevante beneficio personale. Inoltre, ha sottolineato l'importanza di valorizzare il ruolo delle Associazioni all'interno delle équipe di lavoro nel contesto del Welfare responsabile, mettendo in luce la necessità di un maggiore coinvolgimento delle stesse per l'attuazione di un welfare più efficace e partecipativo. Queste conclusioni sottolineano i punti di forza e le aree di miglioramento nell'ambito del welfare e potrebbero indicare la direzione per un ulteriore sviluppo professionale e associativo nel settore.

 

Il secondo giorno di lavori è iniziato con la terza sessione del seminario con le Prof.sse Stefania Leone e Giovanna Truda che hanno esplorato le Politiche Pubbliche, in particolare il loro impatto e sviluppo "dalle periferie al remoto". La Prof.ssa Leone ha introdotto la discussione sottolineando l'importanza del binomio "Welfare e Mezzogiorno", focalizzandosi poi in modo specifico sulle condizioni del Sud Italia, con un accento particolare sulla situazione dei giovani. Questo tema è cruciale per comprendere l'effetto delle politiche pubbliche nelle aree meno centrali e più marginali, specialmente sulle opportunità e sulle sfide affrontate dalla popolazione giovane in tali contesti.

Successivamente, il Professore Giuseppe Moro ha affrontato il tema "Giovani, politiche pubbliche e valutazione". Durante il suo intervento, ha descritto brevemente due iniziative significative nella Regione Puglia: "Bollenti Spiriti" e "Resto al Sud". "Bollenti Spiriti" è un programma che mira a sostenere i giovani attraverso varie iniziative che promuovono la creatività, l'imprenditorialità e l'innovazione sociale. Questo programma ha lo scopo di incoraggiare i giovani a diventare protagonisti attivi del loro futuro, fornendo loro gli strumenti e le opportunità necessari per realizzare le proprie idee e progetti. "Resto al Sud", invece, è una misura di più ampio respiro, nata con l'intento di promuovere e sostenere la creazione di nuove imprese nel Mezzogiorno. Questo programma offre incentivi e supporto finanziario ai giovani imprenditori per avviare e sviluppare attività imprenditoriali, con l'obiettivo di stimolare lo sviluppo economico e ridurre il divario tra il Nord e il Sud del paese.

Si è proseguito ascoltando l'intervento del Professore Giacomo di Gennaro sul tema "Giovani che sparano". Ha iniziato il suo intervento spiegando cos 'è il Welfare penale e successivamente si è soffermato sul Decreto Caivano evidenziando come sia importante per limitare quanto più possibile episodi violenti che coinvolgono i giovani.

 

Il penultimo intervento della prima sessione è stato tenuto dalla Professoressa Romina Deriu, che ha affrontato il tema "Giovani del Margine: spopolamento, servizi essenziali e governo locale". La professoressa ha concentrato il suo discorso sulla situazione della Sardegna, spiegando come molti giovani abbandonino le aree rurali per vari motivi. Tra questi, i problemi strutturali legati all'invecchiamento della popolazione e al calo della natalità, nonché la mancanza di servizi e sostegno alle famiglie. Nonostante il processo di modernizzazione, il fenomeno dello spopolamento non si è arrestato.

 

La quarta sessione si è aperta con il tema "Welfare, territorio e educazione: prove di dialogo". Il primo intervento è stato della professoressa Angela Mongelli dell'Università di Bari, che ha discusso il tema "Per una riconcettualizzazione dell'apprendimento" e la condizione dell'educazione odierna. La professoressa Mongelli si è focalizzata sul concetto di "life long learning", che promuove l'aggiornamento continuo e la realizzazione personale di ogni individuo. Questo approccio mira a combattere il fenomeno della dispersione scolastica e il problema dei NEET (Not in Education, Employment, or Training).

 

Successivamente, sono intervenute Giovanna Cappello e Marianna Siino dell'Università di Palermo, discutendo il paradigma degli "Educational Commons". Giovanna Cappello ha introdotto il concetto di Commons e ha fornito i paradigmi degli Educational Commons, evidenziando tre sfide principali: l'integrazione delle politiche sociali, la responsabilità (accountability) e l'equità e giustizia sociale. Marianna Siino ha poi presentato tre casi di studio riguardanti Grecia, Spagna e Italia, illustrando come questi principi siano stati applicati nei diversi contesti nazionali.

 

Infine, la sessione si è conclusa con l'intervento del professore Andrea Vargiu dell'Università di Sassari sulla missione trasformativa dell'Università. Ha introdotto la scienza aperta in quanto è costruzione inclusiva che combina vari movimenti e pratiche riguardanti multilingue scientifiche e beni collettivi. Questa scienza si basa su quattro pilastri, che sono definiti come un processo interattivo ed iperattivo. La sessione si è conclusa con due soluzioni per il cambiamento per le università, inerenti alla ricerca trasformativa ed alla didattica trasformativa.

 

La quinta sessione, intitolata "Sport e inclusione sociale", è stata introdotta dal Professore Paolo Diana dell'Università di Salerno, che ha delineato la differenza tra inclusione e sport. A seguire, Angela Delli Paoli ha discusso il legame tra sport, inclusione sociale e capitale sociale.

 

Fabio Massimo Lo Verde e Marco Ciziceno dell'Università di Palermo hanno successivamente affrontato il tema delle politiche per lo sport e l'attività motoria, focalizzandosi sull'inclusione sociale. il prof. Lo Verde ha sottolineato come la pratica sportiva sia cruciale per l'integrazione e l'inclusione sociale tra i giovani. Il prof. Marco Ciziceno ha poi presentato dati di contesto, dai quali è emerso che il Mezzogiorno ha bisogno di capitale sociale generato da pratiche inclusive, come quelle sportive, che offrono opportunità di integrazione per giovani, minoranze etniche e gruppi sociali svantaggiati.

 

L'intervento di Nico Bortoletto, docente dell'Università di Teramo, e coordinatore di AIS Sport, ha analizzato l'associazionismo sportivo in due regioni del Sud Italia, fornendo elementi per delle politiche di sviluppo. Bortoletto ha evidenziato l'importanza delle associazioni no-profit, attualmente 360.625, che rappresentano un dato significativo e variegato. Dai dati presentati, è emerso anche che ci sono più volontari uomini che donne.

 

L'ultimo intervento della sessione è stato tenuto da Marco De Luca, presidente del comitato provinciale AICS di Salerno, che ha introdotto il tema "Progettare e realizzare interventi per favorire l'inclusione sociale attraverso lo sport". De Luca ha spiegato che AICS, un ente nato 60 anni fa per la promozione sportiva, ha messo in atto vari progetti, tra cui: Progetto Zumers, siglato dal comitato della provincia di Salerno per combattere la dispersione scolastica. Progetto Sport ed Integrazione, realizzato da Sport e Salute a Mercato San Severino e Salerno, rivolto a richiedenti asilo, immigrati e rifugiati ucraini. Progetto presso il carcere di Salerno, della durata di 18 mesi, per promuovere attività fisiche tra i detenuti.

 

Il convegno si è concluso con i saluti finali del Direttore del Dipartimento di Studi Politici e Sociali, Prof. Gennaro Iorio.

 

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