Campania Felix: Beni confiscati e spazi ritrovati
Venerdì 28 Aprile 2023 alle ore 9.00 presso l'Università degli Studi di Salerno, Aula Pecoraro, Edificio C1, si è tenuta la terza edizione dell'evento ''Campania Felix: Beni Confiscati e spazi Ritrovati'': una giornata volta a comprendere come i beni confiscati possono restituire nuovi spazi per la socialità, promuovere la cultura alla legalità e rafforzare la coesione territoriale.
L' evento è stato organizzato dall' Associazione Universitaria R.U.N. Salerno, con la partnership di Macass APS - Associazione culturale territoriale ed il Presidio di Libera del Vallo di Diano "Natale De Grazia''.
L'evento, moderato da Simone Salsano - ''RUN Salerno'' si è aperto con i saluti istituzionali del Prof. Giovanni Sciancalepore - Direttore del Dipartimento di Scienze Giuridiche e del Prof. Virgilio D'Antonio - Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche e della Comunicazione che hanno sottolineato l'importanza di creare momenti di riflessione e confronto su un tema importante come quello dei beni confiscati in un'istituzione come l'università, popolata da giovani, poiché è proprio da essi che si può dar vita a un cambiamento.
Il professor D'Antonio chiude il suo saluto presentando ed introducendo il Dott. Antonio Centore, Procuratore della Repubblica di Nocera Inferiore il quale ha aperto il suo intervento ringraziando l'Università e i giovani che dedicano attenzione a un tema così importante e all'attività giudiziaria dedita ad aggredire i patrimoni illeciti, precisando che ancora oggi questo è un aspetto di cui si discute molto poco. Centore ha raccontato la propria esperienza, in quanto si occupa dei beni confiscati dal 2005 e in particolare dell'aggressione ai patrimoni, tenendo a precisare che oltre alla confisca dei beni è fondamentale anche il riutilizzo degli stessi per non renderli degli spot negativi agli occhi della comunità. Tutti i beni confiscati alla criminalità organizzata devono necessariamente essere a servizio della comunità per dare nuove opportunità alle persone del territorio, in linea con quanto previsto dalla legge. Altro aspetto importante è quello del monitoraggio dei beni in quanto molti non venivano utilizzati con il rischio di ritornare in mano ai camorristi; in tal senso è intervenuta la Procura antimafia con una direttiva volta proprio a monitorare i beni affinché venissero correttamene destinati, introducendo anche un'autority, ovvero l'Agenzia Nazionale Beni Sequestrati e Confiscati che dovrebbe essere potenziata perché la mole di lavoro e di controllo sui beni a livello nazionale è enorme e il personale è inadeguato. L'Agenzia gestisce anche il sito ''Open Re.g.i.o'', nel quale è possibile visionare per ogni comune quali beni sono stati confiscati e aspettano un'assegnazione. Infine ha raccontato la storia del "Caffè 21 Marzo" a Battipaglia, bene che è stato attribuito in tempi record dopo la confisca grazie all'attività dell'associazione ''Libera'' che collabora attivamente sui territori e supporta tutte queste realtà impegnate nella gestione dei beni confiscati. Centore ha concluso il suo intervento spostando l'attenzione sulla confisca urbanistica per edifici abusivi, che vengono poi attribuiti ai comuni, come soluzione più agevole rispetto alla confisca del bene per mafia.
Successivamente ha preso parola la Dottoressa Fiore - Referente Provinciale Libera, che ha sottolineato quanto per ''Libera'' sia rilevante ridare alla comunità i beni ''strappati'' alla criminalità organizzata restituendoli sotto nuove vesti e soprattutto dedicandoli alle povere morti innocenti per mafia. Ha aggiunto che ''Libera'' ha da anni intrapreso un percorso formativo con le università, poiché la conoscenza è la via maestra del cambiamento, auspicando l'istituzione di una rete scientifica per il contrasto alla corruzione.
È intervenuto il Dott. Andrea Iannelli - Senatore Accademico ''RUN Salerno'', che ha precisato quanto sia importante da parte della classe studentesca la partecipazione a questo tipo di attività poiché è grazie a questi tipi di eventi ed incontri che si può arrivare a creare valore nel modo giusto, scegliendo sempre la via della legalità e cercando di migliorare continuamente.
A chiudere la prima sessione il Dott. Diego Leone - ''Salerno Sodalis CSV'' che ha descritto brevemente le attività del Centro Servizi di Volontariato che ha un proprio sportello ad Unisa che offre consulenza gratuita di tipo legale, formativo e anche di progettazione, invitando gli studenti a partecipare alle loro iniziative.
La seconda sessione si è aperta con l'intervento del Dott. Riccardo Christian Falcone - Esperto Beni Confiscati ''Libera'' che ha ricalcato l'importanza di conoscere i nomi delle persone a cui sono stati sequestrati i beni, poiché questo fa parte di un pezzo di storia di quei territori che consente di partecipare alla trasformazione e alla ribalta dai ''segni del potere al potere dei segni''. Successivamente si è soffermato sulla questione della vendita dei beni confiscati precisando che il bene confiscato alla criminalità organizzata deve essere destinato al riutilizzo pubblico e sociale e che la vendita rappresenta un'estrema ratio qualora non sia proprio possibile gestirli. Falcone ha fornito un quadro storico-normativo sui beni confiscati che ha portato alla promulgazione della legge 109/96: nel 1965 viene introdotto un principio che previene atti criminali ed è rivolto agli indiziati e non direttamente ai criminali. Il principio in questione è la madre di tutta la legislazione che verrà poi per la confisca degli immobili. Tra gli anni 70/80 Pio la Torre operò per una proposta di legge che avrebbe segnato un salto di qualità contro la mafia; si comprende infatti che non basta solo l'arresto, ma bisogna agire sul denaro, sull'interesse "mettendo le mani in tasca ai mafiosi". La proposta di legge verso l'attacco ai patrimoni non fu approvata, ma l'uccisione di Pio la Torre e quella di Carlo Alberto dalla Chiesa fecero sì che venisse approvata successivamente. La stagione sanguinolenta del '90 ha generato la più grande mobilitazione contro la mafia e contro la mafia al potere. Non a caso ''Libera'' nasce negli anni 90, perseguendo l'obiettivo di Pio La Torre di riutilizzare per la società e la collettività i beni confiscati. In tal senso la norma afferma che i beni confiscati devono essere riutilizzati per il bene delle amministrazioni dello stato (finalità istituzionale) oppure essere trasferiti agli enti territoriali. A questo punto i comuni hanno l'obbligo di riutilizzare questi beni a servizio della comunità (con scuole, servizi pubblici, oppure assegnando questi bene a enti del terzo settore.
In Italia sono 20.000 i beni confiscati ed assegnati, dove per beni - sottolinea Falcone - si intendono particelle catastali non interi beni e 991 sono ad oggi i gestori che restituiscono impiego sociale alla comunità, con attività legate a sport, ambiente, welfare.
È intervenuta poi la dott.ssa Rossella Marra, referente dei beni confiscati a vocazione agricola appartenenti al Fondo Agricolo "Nicola Nappo", che ha presentato il primo caso studio della giornata sui temi:
- la tutela della biodiversità agricola
- la produzione dei rifiuti.
Ha raccontato la storia di Nicola Nappo, un giovane 23enne che è rimasto ucciso per errore dalla criminalità organizzata, a cui è stato intitolato il bene. Il fondo include 13 ettari di terreno confiscato sul quale sono proseguite le attività di produzione che si svolgevano illecitamente prima della confisca e che ora si realizzano in maniera trasparente e nel rispetto dei principi di sostenibilità ambientale. Rossella Marra ha sottolineato poi l'assenza dell'intervento e dell'interessamento da parte del Comune di Scafati, e in generale delle istituzioni pubbliche, anche di fronte a una serie di intimidazioni a danno del Fondo, sostenendo che non saranno tali avvenimenti a fermare il progetto intrapreso e che i messaggi di solidarietà e vicinanza che arrivano sono più potenti delle azioni di coloro che tentano di mettere i bastoni tra le ruote a chi prova a contrastare la criminalità organizzata.
A seguire ha preso parola Massimo Rocco, presidente della cooperativa sociale "Le Terre di don Peppe Diana - Libera Terra" con sede a Castel Volturno: un bene confiscato alla camorra pari a 80 ettari di terreno grazie al quale è stato possibile costruire un caseificio che ha dato lavoro a tante persone e grazie al quale è stato promosso il progetto "mozzarella della legalità", nato nel 2010. Ad oggi tale progetto tende all'eccellenza qualitativa e simbolica dei prodotti frutto del lavoro dell'associazione. Massimo Rocco ha raccontato la storia del 19 marzo del 1994, giorno in cui veniva ammazzato Don Peppe Diana, per ricordare ai presenti l'impegno sociale attraverso cui questi tentò di togliere la parola al clan dei casalesi e per mostrarci come, ciononostante, ancora oggi nel 2023 viene ignorato il fatto che le mafie possono attaccare ognuno di noi e subentrare nelle nostre vite in ogni momento. È fondamentale costruire e mantenere un dialogo tra generazioni affinché vengano riportati alla memoria dei più giovani i fatti accaduti in passato, per contrastare l'attività mafiosa nel silenzio agisce ai danni della popolazione che ancora oggi ha paura. Pertanto, è necessario dare maggiore forza e senso di appartenenza non solo a coloro che già operano in questo ambito, ma soprattutto alla popolazione che anche con un suo piccolo contributo può favorire la riuscita dei progetti sociali che nascono dalla confisca dei beni. Castel Volturno ad oggi possiede più di 200 beni confiscati ma solo un decimo sono riutilizzati.
Ha preso parola poi Valerio Giampaola, referente del "Caffè 21 Marzo", bar e luogo di incontro e cultura riscattato e restituito alla cittadinanza dopo la confisca alla criminalità organizzata che però ha chiuso i battenti a causa dei pesanti iter burocratici. Ha evidenziato tre temi secondo lui fondamentali: lavoro, rete e rivoluzione elementi centrali per far funzionare i beni confiscati. La chiusura del "Caffè 21 Marzo" ci fa capire che non basta avere un progetto sociale, ma è necessario che questo sia in grado di realizzare un intervento concreto con cui apportare vantaggi reali alla comunità.
Viene invitato lo scrittore Massimo Balsamo a presentare il proprio punto di vista. Lo scrittore ha posto l'accento sulla bellezza dei progetti sociali portati avanti grazie alla confisca dei beni ma, allo stesso tempo, ha sottolineato l'assenza delle istituzioni e la scarsa partecipazione della popolazione che ancora oggi resta in silenzio davanti a ciò che vede. Balsamo ha fatto un rimando alla realtà napoletana che sembra essersi ripresa solo all'apparenza e ha ricordato la pericolosità della criminalità giovanile che viene sottovalutata. Ha raccontato come egli stesso si sia riscattato da un passato illecito attraverso la partecipazione ai progetti sociali e grazie alla riscoperta della lettura, della scrittura e dal contatto con l'associazione Libera. Secondo Balsamo non c'è ancora una logica sensata su certe tematiche legate alla criminalità organizzata e lui stesso si ritiene ancora vittima della burocrazia che spegne la luce della speranza.
È intervenuta poi Stefania Leone, responsabile scientifico dell'Osservatorio Giovani OCPG del Dipartimento di Scienze Politiche e della Comunicazione dell'Università degli Studi di Salerno, che ha posto l'accento sul ruolo dell'Università in questi temi in quanto l'istituzione universitaria può fornire un contributo concreto attraverso la ricerca-azione e in particolare attraverso le attività progettuali, proprio come fa da anni l'Osservatorio Giovani Unisa partecipando a progetti giovanili e di inclusione sciale con altri enti del territorio tra cui anche Libera. La prof.ssa ha sottolineato l'importanza dei messaggi simbolici che le azioni di confisca e destinazione sociale dei beni confiscati possono dare a chi non è parte attiva dei progetti sociali affinché si dia spazio a qualcosa che va oltre ciò che si vede nella realtà. Ha evidenziato l'importanza del protagonismo giovanile che troppo poco spesso viene fuori in contesti come quelli universitari ed ha quindi lodato l'iniziativa di Run che si è dedicata a tematiche così complesse e impegnative. Secondo la Leone è fondamentale che gli studenti non percorrano la propria strada individualmente, ma si aprano ad esperienze associative; in tal senso non va sottovalutato il potenziale moltiplicatore dei giovani attivi che possono coinvolgere gruppi molto più vasti.
Il focus si è spostato poi sul tema dei finanziamenti, introdotto da Pasquale Asseni, vice responsabile della Banca Etica di Napoli che, nata nel 1999, guarda non solo al risultato economico dei progetti ma soprattutto all'impatto sul territorio. Banca Etica, nel 2022 ha fornito 5 milioni di credito alle cooperative che gestiscono i beni confiscati e questo ha avuto un grande impatto sociale. Asseni ha sottolineato come la banca nella propria valutazione tenga conto degli impatti dell'attività imprenditoriale ma anche dell'efficienza economica che può essere ostacolata da diversi problemi, tra cui: la lunghezza dei processi burocratici, la condizione fatiscente dei beni che spesso necessitano di essere ricostruiti e così via. Inoltre, è importante circondarsi di professionisti che possano garantire la buona riuscita delle attività oggetto dei finanziamenti.
Ha preso parola Marco Solazzi, responsabile dell'assistenza tecnica al PON Legalità "Intellera Consulting", programma finanziato dall'Unione Europea e gestito dal Ministero dell'Interno, che attua interventi di recupero e rifunzionalizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Sono 200 gli interventi che il Ministero ha finanziato, ma, secondo Sollazzi, se si finanzia un bene senza assicurarne la sostenibilità si può arrecare comunque un danno, per cui è importante non solo riqualificare i beni ma anche rifunzionalizzarli. Oggi è possibile sapere cosa accade a ogni bene confiscato e assegnato al pubblico attraverso l'avvio di un'interlocuzione dei beni con la quale lo Stato può valutare la produttività del bene e quanto questo possa essere effettivamente utile per la società, associando alle finalità sociali quelle economiche e riducendo i costi che ne derivano. Così si genera un processo produttivo tale per cui si riducono i costi di riqualificazione e riutilizzazione del bene e non vi è il rigetto da parte della collettività. Ha concluso l'intervento ponendo l'accento sul tema dell'accountability, ritenendo che vi è la necessità che la collettività sappia cosa si fa con le risorse pubbliche e cosa si finanzia con tali risorse.
A concludere la sessione è stato Nello Trocchia, giornalista d'inchiesta campano del "Domani", che ha sottolineato come quello dei beni confiscati e della criminalità organizzata sia un tema nazionale. Il giornalista ha raccontato ai presenti la storia di Fulvio Sodano, che fu prefetto di Trapani fino a quando l'ex senatore trapanese D'Alì non decise che era necessario il suo trasferimento ad Agrigento in quanto ritenuto scomodo per via del suo tentativo di riutilizzare il sito di "Calcestruzzi Ericina", salvando così l'impianto dal fallimento in quanto ormai bene confiscato alla mafia di Matteo Messina Denaro. Con il suo intervento, Trocchia ha voluto porre l'accento su cosa vuol dire provare a mettere a sistema un bene confiscato e ritrovarsi a lottare contro gli stessi uomini dello Stato con il solo obiettivo di perseguire la strada della giustizia. Quella battaglia sfiancò nella morale e nel fisico il prefetto Sodano e la sua storia deve ricordare a tutti cos'è in realtà quello che viene chiamato lo "Stato limpido". Ha sottolineato il fallimento dello Stato nel tentativo di mantenere in piedi le diverse realtà economiche confiscate che, secondo il giornalista, devono essere gestite da manager imprenditoriali con competenze e qualifiche adeguate. Ha concluso l'intervento evidenziando la necessità di avere gli occhi aperti per favorire una responsabilità diffusa e l'importanza di ricordare e coltivare la memoria di chi ha provato a contrastare l'ingiustizia e l'illegalità.
Nel pomeriggio si è svolto un laboratorio di co-progettazione sociale per la gestione di un bene confiscato con il contributo di Run Salerno, Libera, Macass, Salerno Sodalis CSV, Intellera Consulting, Dott. Roberto Salvatore e l'Osservatorio OCPG.
Ai partecipanti presenti al work shop sono stati sottoposti due casi di beni confiscati, ovvero un terreno agricolo di 10 ettari con fabbricato rurale e un appartamento di 180 mq su due livelli, ubicato in un fabbricato indipendente, dotato di un ampio locale al piano della strada e di una terrazza all'ultimo piano.
In seguito, gli organizzatori hanno diviso i partecipanti in due gruppi, fornendo loro mappe e linee guida da seguire per trovare insieme una soluzione su come riutilizzare i due beni confiscati proposti.
Durante il workshop gli esperti hanno collaborato con i due gruppi dando loro consigli su come lavorare e su come rendere i loro progetti efficienti. Al termine dei lavori i due gruppi hanno illustrato le loro proposte di riutilizzo sociale dei beni con una breve presentazione.