GIOVANI DEL SUD: limiti e risorse delle nuove generazioni nel Mezzogiorno d'Italia
Si è svolta martedì 30 giugno 2020 alle ore 18:00, in diretta sul canale youtube della casa editrice "Vita e Pensiero", la presentazione di "GIOVANI DEL SUD: limiti e risorse delle nuove generazioni nel Mezzogiorno d'Italia", volume che analizza la condizione giovanile nel mezzogiorno, in un'ottica comparativa con le altre aree nazionali, attraverso i dati provenienti dalla recenti indagini condotte dall'Osservatorio Giovani dell'Istituto Toniolo .
Il volume verrà pubblicato dalla casa editrice il 2 luglio e rappresenta un primo traguardo del neonato Osservatorio giovani SUD, quest'ultimo promosso dall'Istituto Toniolo e frutto di una collaborazione tra l'Osservatorio Giovani dell'Istituto Toniolo e l'Osservatorio Giovani OCPG del Dipartimento di Scienze Politiche e della Comunicazione dell'Università degli Studi di Salerno.
L'evento, introdotto dalla professoressa Paola Bignardi dell'Istituto Toniolo e moderato dal giornalista Guido Pocobelli Ragosta, ha visto la partecipazione degli autori del volume:
- Francesco Del Pizzo, Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale
- Stefania Leone, Università degli Studi di Salerno; Osservatorio Giovani OCPG
- Emiliano Sironi, Università Cattolica del Sacro Cuore.
Ciascun autore ha approfondito gli aspetti del volume di propria pertinenza e commentato le evidenze empiriche derivate dall'analisi dei dati, ricorrendo all'ausilio di slide.
Il prof. Emiliano Sironi, statistico, dopo aver presentato la metodologia con cui sono state svolte le indagini, è entrato nel merito delle condizioni materiali e le preoccupazioni che caratterizzano i giovani del Sud Italia. Il sud rappresenta nel contesto nazionale un segmento peculiare e molto rilevante. Già altre rilevazioni (dati ISTAT 2019) mettono in luce serie criticità nel mezzogiorno date dalla maggiore presenza di neet rispetto alle altre aree. Questa condizione influenza direttamente le percezioni dei giovani circa il proprio futuro, visto come più rischioso e pieno di incognite. Tuttavia, in misura maggiore rispetto ai coetanei del nord e del centro, i giovani meridionali sembrerebbero più timorosi del proprio futuro anche nei casi in cui hanno un'occupazione. Inoltre la diversa condizione materiale dei giovani meridionali condizionerebbe la propria fiducia verso il prossimo: i giovani del sud tendono ad essere più fiduciosi verso il prossimo quando hanno un'adeguata collocazione professionale e tendono ad esserlo molto meno quando si trovano in una situazione di difficoltà come nel caso dei neet.
Difficoltà materiali e economiche, che comunque non sono uniformi per tutti i giovani del sud, inevitabilmente hanno ripercussioni sui progetti di vita. Spostando l'attenzione su altri aspetti, al sud i giovani tendono maggiormente a ritardare l'uscita dalla casa natia, fenomeno che a sua volta incide sulla fecondità nella misura in cui pospone la nascita dei figli: dagli anni 90 il tasso di fecondità totale (numero medio di figli per donna) è più basso nel mezzogiorno rispetto al resto d'Italia. Difficilmente ciò può essere imputato al contesto valoriale, dato che dalla ricerca i giovani del sud attribuirebbero ancora importanza alla vita di coppia, alla religione e all'istituzione del matrimonio.
La prof.ssa Stefania Leone, responsabile scientifico dell'Osservatorio Giovani OCPG, ha affrontato in prima istanza il tema del lavoro dei giovani del sud analizzandolo soprattutto sul piano delle loro percezioni.
Relativamente al segmento dei lavoratori, al sud come nelle altre aree, i giovani risultano complessivamente soddisfatti della propria professione. Emerge in maniera uniforme la rappresentazione del lavoro come strumento per ottenere un reddito, per affrontare il futuro e per costruirsi una vita familiare. Ciò che caratterizza maggiormente i giovani del sud è la maggiore importanza attribuita ad altri aspetti, meno legati alla materialità del lavoro e definiti dalla prof.ssa "componenti soft", quali la coerenza tra la professione e il proprio percorso formativo, il prestigio del luogo di lavoro, l'autorealizzazione e il lavoro come luogo di impegno personale.
Ragionando anche in relazione al fenomeno del Covid-19, che inciderà inevitabilmente su molte dimensioni analizzate nel volume, la prof.ssa Leone ha affrontato il tema della fiducia dei giovani nei confronti delle istituzioni. Dalla ricerca emerge che alla poca fiducia nei confronti di istituzioni politiche (partiti, organi parlamentari o esecutivi, etc.) fanno da contraltare le istituzioni formative, le forze dell'ordine, il volontariato, gli ospedali e la ricerca scientifica, considerate dai giovani istituzioni più credibili e suscettibili di fiducia.
In ultimo viene posta attenzione al tema della progettualità di vita, non intesa come singole tappe (genitorialità, creazione di una famiglia, etc.) ma come proiezione complessiva verso il medio o lungo periodo. Pur non essendoci scostamenti troppo marcati tra giovani del nord/centro e del sud, in questi ultimi è più evidente l'orientamento a progettare il proprio presente rispetto al proprio futuro, emergendo la necessità di affrontare le criticità e organizzare i fattori che si presentano nell'immediato.
Il professore Francesco Del Pizzo si è invece soffermato sul contesto socio-culturale e sull'orizzonte valoriale dei giovani del sud, basato sull'osservanza di regole e tradizioni e fortemente permeato dai concetti di famiglia e religione.
Il dato sulla propensione alla mobilità mostra uno scenario in cui i giovani del sud sono dinamici e disponibili a spostarsi fuori dal proprio territorio per trovare lavoro e dare qualità alla propria esistenza, percependo il lavoro come fondamentale strumento di autorealizzazione. In un contesto dove futuro e lavoro sono le parole chiave che connotano l'identità personale dei giovani del sud, questi si trovano a dover fare i conti con una società ancora burocratizzata e assistenzialista, preferendo o trovandosi costretti a emigrare verso altri luoghi con inevitabili ricadute negative sul proprio territorio.
Sul piano dei valori, la famiglia resta, nonostante criticità e conflittualità, il luogo simbolico di riferimento nel sistema sociale meridionale, così come contestualmente i giovani meridionali mostrano aderenza alla religione cattolica e vedono la chiesa come istituzione promotrice di valori positivi. Questi valori aiutano a comprendere la cultura popolare del sud, chiamata oggi a confrontarsi con la nuova cultura digitale, ma che mantiene un solido ancoraggio con le tradizioni. In questo scenario ambivalente i giovani meridionali sperimentano e maturano nuove capacità relazionali e nuove sensibilità, come testimoniato dall'attenzione al volontariato e al sostegno sul territorio.
La religiosità popolare resta nel sud occasione di incontro e la famiglia resta il veicolo di questa dimensione sacrale. Ciò, insieme al dato sulla fiducia dei giovani del sud nei confronti del matrimonio, rappresenta il terreno per una riflessione sul sacro non solo come pratica religiosa ma anche come pratica collettiva: i sacramenti visti come riti di passaggio che scandiscono tappe fondamentali della vita.
La seconda metà della presentazione è stata caratterizzata dalla co-partecipazione degli utenti, che con le loro domande inviate in chat hanno contribuito a ravvivare la discussione con gli autori. Sempre durante la seconda metà della presentazione è intervenuta Lidia Margiotta, ragazza pugliese attualmente studentessa presso il Collegio Marianum del Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Lidia ha offerto il suo punto di vista di parte in causa in quanto giovane meridionale attualmente al nord e si è confrontata con i tre autori ponendo domande puntuali scaturite dalle proprie riflessioni sul volume: come bisogna considerare il divario tra le forti ambizioni dei giovani del sud e le effettive prospettive di realizzazione; se le ambivalenze del meridione - tradizione/modernità, benessere psicologico/povertà materiale - si equilibreranno o si acuiranno in futuro; in che modo e misura l'altruismo e le soft skills riscontrate nei giovani del sud possono concretamente diventare una risorsa per favorire il progresso.
In conclusione della diretta è stato inviato il videomessaggio del cardinale Crescenzio Sepe, il quale ha lodato l'iniziativa dell'Istituto Toniolo e sottolineato l'importanza della valorizzazione, in modo focalizzato, dei giovani del sud nel contesto socio-politico nazionale, non solo per ragionare sulla contemporaneità ma anche per proiettarla verso il futuro.