Presentazione del manuale di Sociologia Generale a cura di Rita Bichi.
Giovedì 30 maggio 2024 presso l'aula Vittoria Foa dell'Università degli Studi di Salerno si è tenuta la presentazione del Manuale di Sociologia Generale a cura di Rita Bichi.
Il seminario, moderato da Francesco Del Pizzo, docente della PFTIM Sez. S. Tommaso, ha avuto inizio con i saluti istituzionali del prof. Virgilio D'Antonio direttore del Dipartimento di Scienze Politiche e della Comunicazione, che ha evidenziato l'importanza della manualistica come elemento di riconoscimento e di visione delle scienze sociali. E' seguita un'introduzione da parte della prof.ssa Stefania Leone Responsabile Scientifico dell'Osservatorio giovani OCPG, organizzatrice dell'evento nonché co-autrice del manuale, la quale si è soffermata sull'obiettivo dell'incontro, ovvero creare un momento di dibattito non solo tra autore e co-autori del manuale ma anche con gli studenti e con esponenti di realtà impegnate socialmente sul territorio.
E' seguito un primo intervento della curatrice, Prof.ssa Rita Bichi, che ha introdotto e descritto alcuni dei concetti fondamentali su cui si basa il manuale, sottolineando che la filosofia di fondo del testo è la nozione di persona, come entità originale e unica inserita nella storia e che interagisce con la comunità che la circonda. Ha ricordato che il testo è suddiviso in 2 sezioni, nella prima è riportato il percorso storico della sociologia e i diversi punti di vista dei sociologi più importanti fino alla contemporaneità, mentre la seconda parte si concentra sulle varie sfere d'azione della società in cui le persone sono inserite. Inoltre, ha evidenziato che "Sociologia Generale" è il primo testo italiano che riporta anche il pensiero sociologico femminile, ovvero di quelle autrici definite poi "le madri della sociologia".
Il dibattito ha avuto inizio con l'intervento del prof. Tiziano Salvaterra di Orizzonte Giovani Trentino, una cooperativa di comunità che si occupa di ricerca in ambito youth ma anche di pratiche e che ha sperimentato alcuni concetti espressi nel manuale. In particolare, per le attività svolte è stato utilizzato un capitolo specifico intitolato "il corso della vita", su cui sono state sviluppate delle riflessioni che hanno portato ad individuare tre temi particolarmente rilevanti :1) interdipendenza tra persona, contesto e comunità; 2) influenza del microcontesto familiare sul percorso di vita delle persone; 3) maggiore attenzione sia alla dimensione personale sia alla dimensione comunitaria, aspetti che devono essere considerati unitamente quando si parla di politiche giovanili. Sulla base di questi punti sono state sviluppate alcune proposte d'intervento quali: accrescimento delle competenze in coloro che si ocupoano di giovani, come gli youth worker, maggior sinergia giovani-adulti perchè gli uni hanno bisogno degli altri e viceversa, ricercare nuove modalità di partecipazione.
Si è proseguito con l'intervento del prof. Maurizio Merico. I punti chiave del suo contributo sono stati quelli di sottolineare l'importanza di lavorare sull'integrazione e sulle diseguaglianze e di suggerire che è necessario non solo soffermarsi sulla problematizzazione dei giovani e delle generazioni future, ma anche sulla loro valorizzazione.
È poi intervenuto Don Federico Battaglia, direttore dell'Ufficio Pastorale Giovanile della Diocesi di Napoli e responsabile del Progetto Policoro, che ha lo scopo di aiutare i giovani in situazioni di sottoccupazione e disoccupazione. Don Battaglia ha iniziato citando una dichiarazione del cantante Ultimo, rilasciata al Corriere della Sera, riguardo alla mancanza di punti di riferimento sia religiosi che politici nei giovani. Ha cercato di confutare questa tesi con alcuni dati, facendo riferimento a una recente ricerca dell'Osservatorio Giovani dell'Istituto Toniolo, pubblicata nel volume "Cerco dunque credo". Secondo questa ricerca, molti giovani, ad esempio quelli attivi nelle associazioni cattoliche, negli oratori e nelle organizzazioni di volontariato, manifestano un forte impegno sociale nelle proprie comunità. .
La parola è poi passata all'Assessore delle Politiche Sociali e Giovani del Comune di Salerno, Paola De Roberto, la quale ha innanzitutto affermato di aver ritrovato in numerosi passaggi del manuale l'operato che, come parte dell'amministrazione comunale, sta cercando di portare avanti. In particolare, si è soffermata sul tema della coerenza, sottolineando che, se le istituzioni non sono coerenti su ciò che dicono e su ciò che fanno, è lecito aspettarsi un allontanamento e una scarsa partecipazione dei giovani. Ha evidenziato come alcune parole chiave e temi presenti nel manuale siano coerenti e in linea con l'operato dell'amministrazione comunale rispetto alle politiche sociali e giovanili, ovvero: Persona, Fiducia, Cooperazione e Partecipazione. In primis il concetto di persona perchè tutte le politiche, soprattutto quelle legate ai temi della povertà, dell'immigrazione e dell'intergaizone devono partire dalle specificità di ogni singolo componente della comunità; e ancora la fiducia che si sta provando a costuire con il dialogo e l'ascolto costante dei territori al fine di stimolare una maggiore cooperazione e favorire la partecipazione attiva della comunità. E' necessario - afferma la De Roberto - mettere al centro l'istituzione e collaborare con la comunità tutta e il terzo settore lavorando insieme sul tema della corresponsabilità e della condivisione dal basso per avvicinare le istituzioni alle persone.
E' seguito l'intervento del Presidente della Fondazione di Comunità Costruire Salvatore Cariello, il quale ha sottolineto come alcuni dei passaggi del volume potranno orientare la sua attività all'interno della fondazione che prova a movimentare e coinvolgere i giovani del piccolo territorio di Contursi, comune all'interno del quale ha anche un incarico politico. Nello specifico ha auspicato che il manuale possa essere utilizzato anche al di fuori delle aule universitarie, come strumento di coinvolgimento di giovani.
E' poi intervenuto il prof. Gennaro Iorio, docente di sociologia generale presso Unisa, che si è concentrato sul concetto di comunità, descrivendola come un luogo in cui si può trovare "sia il paradiso che l'inferno". Proprio per questo, ha sottolineato l'importanza della responsabilità culturale e intellettuale nel rispondere a quella che definisce la "crisi delle comunità". Secondo il professore, la comunità è il luogo principale da cui possono nascere idee e valori e la riflessione deve essere rivolta al come sia possibile riuscire a ridare e creare senso, producendo valore nello stare insieme riconoscendo se stessi e gli altri.
La parola è passata alla prof.ssa Pina Mastruzo, docente di materie letterarie presso l'Istituto Genovesi-Da Vinci. La professoressa ha portato l'attenzione sull' attività di insegnate di scuola superiore, sottolineando come siano cambiate le metodologie di insegnamento e il modo di relazionarsi con i ragazzi di oggi. Ha evidenziato come, paradossalmente, siano forse gli adulti a sentirsi più fragili rispetto ai giovani nel tentativo di comprenderli e gestirli secondo i propri schemi. Parlando del manuale la prof.ssa ha individuato diverse connessioni con la sua attività di insegnamento rispetto in particoalre ai capitoli dedicati all'istruzione, all'educazione e al benessere digitale, perchè la scuola di oggi è concentrata sull'individuo, sulla personalizzazione della didattica, degli interventi, non è più una collettività informe di ragazzi che devono avere tutti gli stessi risultati però, questo, è reso difficile dalle istituzioni che obbligano spesso a fare classi di 30 studenti che non consentono una reale personalizzazione degli interventi.
Ha poi ripreso la parola la prof.ssa Stefania Leone, che ha condiviso pienamente il precedente intervento. La docente ha ripreso le coordinate teoriche proposte dal manuale a partire dalla prospettiva durkheimiana fino alla visione della descolarizzazione di Illich. Nella riflessione si è inoltre sottolineata l'esigenza di ripensamento dei percorsi educativi in una prospettiva di integrazione con le traiettorie di vita, seguendo gli attraversamenti tra educazione formale e non formale ed esperienze informali. In sintesi viene tematizzato il superamento del modello scuola-centrico per raggiungere una dimensione educativa diffusa. In questa visione, i giovani hanno come modelli di riferimento non solo i docenti, ma anche operatori, coach sportivi, amici e molti altri. Ha concluso il proprio intervento sottolineando un passaggio del manuale, che a suo avviso deve essere un interrogativo che molti docenti, nell'ambito della propria attività devono porsi: "Quale forma della persona umana vogliamo privilegiare attraverso l'istituzione scolastica?".
Si è proseguito ascoltando l'intervento di Barbara Candela presidente dell'ARCI Salerno. Ha sottolineato le attività connesse all'associazione quali: politiche sociali, giovani, bambini e migranti. Il suo contributo si è focalizzato sul tema dell'immigrazione, trattato nell'ultimo capitolo del manuale, presentando le attività svolte da Arci in relazione a questa tematica. In particolare ha citato lo sportello TAM TAM , istituito presso il comune di Salerno, che fornisce orientamento e sostegno a tutti gli stranieri per tutte le problematiche a cui possono andare incontro. Ha sottolineato, infine, le estreme mancanze riguardo al tema dell'accoglienza e dell'integrazione per quel che concerne il nostro territorio nazionale.
Su questi temi hanno scritto nel manuale la ricercatrice di sociologia generale all'Università del Sacro Cuore di Milano, prof.ssa Veronica Riniolo, e la prof.ssa Giuseppina Cersosimo, docente di sociologia presso l'Università di Salerno. La prima, intervenuta in videocollegamento, ha concentrato il suo contributo su due concetti: quello di "contesto", inteso come l'insieme delle strutture istituzionali e delle pratiche discorsive relative all'immigrazione, che stanno creando contesti estremamente polarizzati dove le opinioni e le idee delle persone diventano sempre più estreme e divisive, e quello di "persona", ovvero la ricerca dei nuovi bisogni emergenti riguardanti le persone, in particolare le donne immigrate che sono estremamente vulnerabili e questo richiede nuovi strumenti metodologici e nuove prospettive analitiche, nonchè maggiore intervento degli enti di terzo settore e di operatori che lavorano nel sociale. La prof.ssa Cersosimo ha focalizzato il suo intervento sull'importanza della sociologia anche a livello femminile, sottolineando un'ulteriore parola chiave "il genere" affermando come il manuale si distingua in questo ambito perchè raccoglie anche il contributo delle donne.
Il seminario si è concluso con l'intervento di due studentesse della facoltà di Sociologia generale di Unisa, Alessandra Maffei e Martina Barone, che hanno posto due domande all'autrice riguardo alla trasformazione della sociologia nell'ambito tecnologico e sul concetto di femminismo sottolineato nel manuale.
Infine, l'autrice Rita Bichi ha fatto una riflessione su come l'intelligenza artificiale e i suoi strumenti cambieranno ampi strati della società, affermando che il futuro sarà sempre più integrato nella rete.